Un prepotente terremoto di magnitudo 6 ha colpito ieri sera l’Afghanistan orientale, causando gravi perdite umane e danni estesi alle abitazioni. Secondo il ministero dell’Interno afghano, oltre 800 persone hanno perso la vita e altre 2.800 versano in condizioni critiche.
La scossa ha interessato diverse città nella provincia di Kunar, con epicentro vicino a Jalalabad, una zona già caratterizzata da difficili condizioni di accesso. La Farnesina ha rassicurato che al momento non risultano italiani coinvolti nell’evento sismico. Le autorità locali hanno riferito che le conseguenze del sisma sono particolarmente gravi nei distretti di Nur Gul, Soki, Watpur, Manogi e Chapadare. Sharafat Zaman, portavoce del ministero della Salute afgano, ha spiegato che il numero di persone coinvolte potrebbe ulteriormente aumentare, poiché molte aree restano isolate e le squadre di soccorso stanno ancora raggiungendo le zone più remote.
La difficoltà nell’accesso alle aree montuose della provincia, aggravata da frane e strade interrotte, ha reso necessario l’intervento dei soccorsi via aerea. La devastazione più evidente si registra nella valle di Mazar, dove decine di case sono state completamente rase al suolo. Le autorità locali, citate dalla Bbc, hanno sottolineato che la situazione è resa ancora più critica dalle condizioni geografiche e dalle infrastrutture compromesse.
Nella vicina provincia di Nangahar, decine di volontari si sono mobilitati per contribuire agli ospedali, donando sangue e assistendo chi versa in condizioni critiche. Il terremoto si inserisce in un contesto già complesso per l’Afghanistan, segnato da siccità persistenti e dalle difficoltà legate al rimpatrio forzato di milioni di cittadini dai Paesi vicini.
L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, ha evidenziato come l’emergenza richieda un immediato sostegno internazionale, invitando i donatori a contribuire senza esitazioni agli sforzi di soccorso. Anche le Nazioni Unite si sono attivate rapidamente: il segretario generale Antonio Guterres, attraverso un post su X (Twitter), ha assicurato che l’organizzazione non risparmierà risorse e supporto per assistere le persone colpite.
Le operazioni di soccorso continuano in condizioni estremamente difficili. Gli aiuti umanitari, tra cui forniture mediche, cibo e acqua, stanno arrivando lentamente a causa della conformazione montuosa e delle vie di comunicazione limitate. Le autorità locali e le organizzazioni internazionali stanno coordinando interventi combinati via terra e via aerea per garantire assistenza immediata alle comunità più colpite.