Regeni torturato prima di morire. La procura di Roma avvia le indagini

Egitto. Nuove, sconcertanti rivelazioni dopo il ritrovamento del cadavere di Giulio Regeni, scomparso il 25 gennaio e ritrovato solamente ieri in un fosso lungo la strada Alesssandria - Il Cairo.

Regeni torturato prima di morire. La procura di Roma avvia le indagini

Negli ultimi giorni la cronaca italiana ed estera si è interessata molto del ricercatore di Cambridge, l’italiano Giulio Regeni, del quale si erano perse le tracce il 25 gennaio scorso quando, di sera, non è più ritornato dai suoi amici dopo essere stato alla manifestazione al Cairo per il quinto anniversario della rivoluzione di piazza Tahrir, ricorrenza temuta dalle autorità egiziane che hanno blindato le principali piazze del paese per paura di manifestazioni di massa contro il governo.

In principio si era pensato ad un rapimento del ragazzo ad opera di qualche cellula terroristica, molto attive ultimamente nel paese africano, ma ieri è stato ritrovato il suo corpo che, privo di vita, è stato gettato in un fosso e sul quale, dopo i primi rilievi, sembrano esserci segni di tortura. Le notizie che vengono rilasciate dalle autorità italiane sono a dir poco contrastanti: la Procura ha avvallato l’ipotesi delle torture, invece la polizia ha divulgato informazioni secondo le quali il ragazzo sia morto dopo un tragico incidente.

Nelle ultime ore, però, sono arrivati i rapporti stilati dai medici legali dell’obitorio di Zeinhem, secondo i quali la morte del ragazzo sarebbe stata provocata “dai colpi inferti con strumenti taglienti, come dimostrano le ecchimosi in varie parti del corpo“. In Italia le indagini preliminari sulla morte di Giulio sono state affidate al pubblico ministero Sergio Colaiocco; il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone ha deciso, sulla base delle informazioni avute fin’ora, di aprire un fascicolo per omicidio nei riguardi di ignoti.

Il giallo che avvolge la morte del ragazzo, però, sembra infittirsi, in quanto ancora oggi sono state rilasciate altre opinioni discordanti dalle autorità egiziane e dalla stampa. Secondo il giornale egiziano ‘Youm 7‘, dietro la morte di Regeni ci sarebbe una pista criminale; la polizia invece continua a portare avanti la tesi, dimostrata totalmente scorretta, dell’incidente stradale.

La Farnesina ha richiesto un’indagine congiunta alla quale possano partecipare esperti italiani al fine di far chiarezza sull’accaduto e per individuare i responsabili. Nei prossimi giorni, quindi, si avranno certamente delle svolte all’indagine. Intanto tutta l’Italia si stringe intporno alla famiglia e non mancano dimostrazioni di solidarieta per la perdita del loro amato figlio.

Continua a leggere su Fidelity News