Nave Eni: la Turchia ha deciso di prolungare il blocco

Sarebbe arrivata oggi la notizia secondo la quale la marina militare della mezzaluna avrebbe 'esteso l' avviso delle attività militari, che era in scadenza dopodomani'

Nave Eni: la Turchia ha deciso di prolungare il blocco

La marina militare della Turchia ha esteso fino al prossimo 10 marzo l’avviso relativo alle sue attività militari (Navtex) al largo di Cipro del Nord nel Mediterraneo orientale.  Queste ultime da 10 giorni impediscono nei fatti alla nave da perforazione noleggiata dall’Eni, Saipem 12000, di raggiungere l’area prevista per le sue attività di esplorazione dei giacimenti offshore di gas, autorizzate grazie ad una licenza di Nicosia. Il precedente avviso sarebbe scaduto dopodomani. La notizia è stata riportata da fonti giornalistiche cipriote. 

Nicosia ha apertamente denunciato come una palese violazione del diritto internazionale la presenza nella sua ‘Zona economica esclusiva‘ della marina militare di Ankara, la quale al contrario non riconosce la sovranità esclusiva di Cipro e insiste sul diritto della comunità turco-cipriota presente nel nord dell’isola alla condivisione delle risorse naturali. 

La Turchia prolunga il blocco della nave dell’Eni

Negli ultimi giorni, fonti del governo cipriota avevano sostenuto che la Saipem 12000 non sarebbe potuta restare in attesa nell’area in caso di estensione del blocco navale turco, perché sarebbe impegnata in ulteriori attività programmate al largo del Marocco nel prossimo mese di marzo.

In base a stime degli operatori del settore, in aggiunta, i costi di noleggio della nave possono arrivare a mezzo milione di euro al giorno. Un danno economico davvero ingente per il nostro colosso degli idrocarburi. 

Le previste perforazioni di esplorazione della Saipem 12000 nel sito di Cuttlefish facente parte del blocco 3 della ‘Zona economica esclusiva’ di Cipro hanno una durata stimata in circa 20-25 giorni. La nave è ancora bloccata dallo scorso 9 febbraio a circa 50 km dalla sua destinazione. Non sono mancati in questi giorni gli sforzi delle autorità diplomatiche italiane volti a risolvere questa situazione davvero spinosa. Allo stato attuale ad ogni modo, continua a permanere una pericolosa ed indesiderabile situazione di stallo. 

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