Il 20 settembre l’India ha tentato lo sbarco sulla Luna: i funzionari dell’Agenzia Spaziale Indiana ISRO stanno riportando un possibile esito infausto relativamente al lander Vikram ad energia solare, che avrebbe invece dovuto contattare il nostro pianeta entro il termine del giorno lunare.
Un possibile impatto con la superficie infatti avrebbe purtroppo posto fine alla missione: la sonda infatti sarebbe stata mancante del contatto precedente all’atterraggio a cui era destinata, vicino al polo sud lunare.
La speranza del ripristino della comunicazione da parte di Vikram stesso, o dal suo rover di bordo Pragyan, è durata ben 2 settimane ovvero un giorno lunare che corrisponde alla durata della sua progettazione nell’ipotesi di mancanza di luce solare ed in presenza di basse temperature. Successivamente al tramonto del sole, infatti il clima scende a circa -180° per ulteriori due settimane: in tal caso, la sopravvivenza della componente elettrica del lander si presuppone che non riesca a reggere al gelo della notte.
Non sono state inoltre rese pubbliche le 10 immagini riferibili al lander disteso o inclinato su un lato, che l’ISRO ha affermato di aver ricevuto dall’ suo orbiter Chandrayaan 2 il 10 settembre.
Il 17 del mese invece la NASA, tramite il Lunar Reconnaissance Orbiter, ha scrutato il sito di atterraggio ma, a causa dell’ora locale lunare vicina al crepuscolo, l’area si presentava ricoperta da grandi ombre: in mancanza della posizione esatta del lander, è stato ipotizzato potesse trovarsi in un campo visivo esterno alla telecamera.
Tre giorni dopo, il Times of India ha informato dei risultati a cui sarebbe giunto il team, occupato di analizzare l’esito della missione: un possibile errore nel programma relativo all’atterraggio automatico del veicolo spaziale, sarebbe stato la causa principale dello schianto, che avrebbe indotto il lander a girare sulla superficie lunare con i propulsori intenti nel rallentamento della discesa, anziché nella corretta accelerazione.