Chandrayaan-2: anche l’India lancia il proprio missile sulla Luna

L'India punta la Luna e vuole diventare il quarto paese ad aver effettuato un atterraggio sul satellite naturale. Ecco le ultime novità sul lancio del razzo.

Chandrayaan-2: anche l’India lancia il proprio missile sulla Luna

L’India vuole approdare sul polo Sud della Luna, un luogo al momento ancora inesplorato e lo vuole fare con il Chandrayaan-2 che è partito alle 11.13, ora italiana. Si tratta del secondo lancio, in quanto il primo fallì miseramente, la cui missione presenta un costo di 145 milioni di dollari.

Il Chandrayaan-2 resterà per 23 giorni nell’orbita terrestre, e dopo inizierà il viaggio vero e proprio verso la Luna. Qualora l’India riuscisse nell’intento, sarebbe ufficialmente il quarto paese al mondo nel riuscire ad atterrare “lentamente” sulla superficie lunare. Al momento, però, le nazioni capaci di ciò sono 3: America, Unione Sovietica, e Cina. 

Anche l’India alla conquista della Luna con il Chandrayaan-2 

Il lancio del veicolo spaziale è stato trasmesso in diretta TV e sui vari account ufficiali dei social network più importanti. La cosa interessante è che alla guida della missione ci sono due donne, che si chiamano Muthaya Vanitha e Ritu Karidhal. Il boss della Indian Space Research Organisation ci ha tenuto personalmente a ringraziare gli oltre 1000 scienziati, ingegneri e astronauti per il lavoro svolto.

Il primo tentativo era stato effettuato il 15 luglio, ma il conto alla rovescia era stato bloccato a 56 minuti al decollo a causa di un inconveniente tecnico al sistema di lancio. Il problema sarebbe da attribuire ad alcune perdite nella bombola ad elio nel motore. L’intoppo, logicamente, è stato risolto e questa volta tutto è andato per il verso giusto.

Una prima missione, effettuata nel 2008, sempre dall’India, non si completò con l’atterraggio sul satellite, ma solo con una perlustrazione a distanza mediante i radar per analizzare eventuali tracce di acqua. La missione attuale consiste nell’analizzare anche eventuali terremoti, oltre che continuare la ricerca dell’acqua. Il razzo utilizzato si chiama GSLV Mk-III ed è il più potente che hanno realizzato. Il peso complessivo è di 640 tonnellate ed è lungo 44 metri. 

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