Javier Milei trionfa alle elezioni in Argentina: la sua agenda liberalista conquista il Parlamento

Il partito di Javier Milei, La Libertad Avanza, ha ottenuto una vittoria significativa nelle elezioni legislative del 26 ottobre 2025, rafforzando la posizione del presidente e aprendo la strada a nuove riforme economiche.

Javier Milei trionfa alle elezioni in Argentina: la sua agenda liberalista conquista il Parlamento

Javier Milei, presidente argentino e leader del partito La Libertad Avanza (LLA), ha conseguito una vittoria rilevante nelle elezioni legislative di medio-termine di domenica 26 ottobre 2025, considerate un test fondamentale del suo mandato. LLA ha ottenuto oltre il 40 % dei voti a livello nazionale, contro circa il 31 % della coalizione d’opposizione peronista.

Grazie a questo successo, il governo Milei rafforza significativamente la propria presenza in Parlamento: nella Camera dei Deputati, LLA ha guadagnato numerosi seggi, mentre al Senato ha ottenuto un raddoppio rispetto all’assetto precedente. Il risultato è stato salutato anche dai mercati finanziari: l’esito ha generato un sollievo tra gli investitori, segnalando che l’agenda riformista di Milei potrebbe avere una maggiore stabilità politica.

La vittoria di Milei può essere vista come un mandato implicitamente confermato per la sua agenda economica: liberalizzazioni, tagli alla spesa pubblica, riduzione dei controlli e apertura al capitale estero. È significativo anche il ruolo di partner internazionali: gli Stati Uniti, sotto la presidenza di Donald Trump, avevano legato parte del sostegno finanziario (prestiti, swap valutario) al successo elettorale del governo argentino, condizione che appare soddisfatta con questi risultati.

Tuttavia occorre sottolineare che, pur avendo guadagnato molto terreno, Milei e il suo partito non dispongono ancora di una maggioranza assoluta. Questo significa che per approvare riforme strutturali dovranno comunque negoziare e coinvolgere altri attori politici moderati. Nonostante la buona performance elettorale, vi sono alcune criticità che l’esecutivo dovrà affrontare.

Il tasso di partecipazione è stato relativamente basso (intorno al 67-68 %), dato che riflette un certo disincanto dell’elettorato. Inoltre, l’Argentina continua a fronteggiare problemi strutturali: disoccupazione in aumento, contrazione dei consumi, e una situazione economica ancora fragile, nonostante il rallentamento dell’inflazione rispetto al picco. La sfida sarà riuscire a tradurre questo consenso in risultati concreti: in particolare, la capacità del governo di tenere unita la coalizione, gestire le resistenze interne e garantire che le riforme non aggravino ulteriormente le condizioni della fascia più debole della popolazione.

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