Ilaria Salis salva per un voto: il Parlamento europeo conferma l’immunità

Il Parlamento europeo ha confermato l’immunità di Ilaria Salis, eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra, salvandola dal procedimento giudiziario avviato dall’Ungheria, con una votazione decisa da un solo voto.

Ilaria Salis salva per un voto: il Parlamento europeo conferma l’immunità

Martedì 7 ottobre, a Strasburgo, la plenaria del Parlamento europeo ha deciso, per un solo voto di scarto, di confermare l’immunità all’eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra Ilaria Salis. Il voto segreto ha visto 306 favorevoli, 305 contrari e 17 astenuti su 628 votanti, determinando una decisione cruciale che ha catturato l’attenzione politica in tutta Europa.

La richiesta di revoca dell’immunità era stata avanzata dal governo ungherese, che accusa Salis di lesioni gravi nei confronti di esponenti neonazisti e di associazione a delinquere. Tuttavia, la Commissione Affari Giuridici, presieduta dal liberale bulgaro Ilhan Kyuchyuk, aveva raccomandato di mantenere l’immunità, evidenziando l’esistenza di un fumus persecutionis: secondo il rapporto, il procedimento giudiziario sembra volto a ostacolare l’attività politica di Salis in qualità di eurodeputata, piuttosto che perseguire un giusto processo.

Dal 1991, nessuna raccomandazione della commissione è mai stata ribaltata dalla plenaria, confermando la tradizione di tutela dell’autonomia parlamentare. La decisione del 23 settembre della Commissione ha contraddetto il parere iniziale del relatore, l’eurodeputato spagnolo del Ppe Adrián Vázquez Lázara, che era favorevole alla revoca.

Il Ppe ha mantenuto questa posizione anche in aula, con il presidente Manfred Weber che ha sottolineato come, secondo il gruppo, l’immunità non dovrebbe proteggere i politici dalla giustizia, ma garantire il regolare svolgimento della loro attività politica, soprattutto quando il reato contestato risale a prima del mandato parlamentare. Vázquez Lázara ha spiegato che la Commissione giuridica non può valutare lo stato di diritto dei Paesi membri, né determinare colpevolezza o innocenza, citando anche la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE.

Per raggiungere la maggioranza necessaria al mantenimento dell’immunità, è stato fondamentale il sostegno di alcuni esponenti del Ppe e dei gruppi di destra, poiché il centrosinistra da solo non disponeva dei numeri sufficienti. Il voto segreto ha permesso agli eurodeputati di esprimere una preferenza diversa rispetto alla linea ufficiale del gruppo, senza pressioni politiche evidenti. Contestualmente, la plenaria si è espressa anche sull’immunità di altri eurodeputati ungheresi, con votazioni palese per alzata di mano.

Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Matteo Salvini ha espresso la propria indignazione, sottolineando la possibilità che alcuni esponenti del centrodestra abbiano contribuito a salvare Salis dal processo. Dal lato opposto, il Partito Democratico e altre forze europeiste hanno accolto con favore la decisione, definendola una vittoria del diritto a un processo equo e un monito contro le derive autoritarie che minano lo Stato di diritto, citando come esempio la situazione in Ungheria, dove l’indipendenza della magistratura e la libertà di stampa vengono sistematicamente messe in discussione.

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