I discussi raid aerei della Coalizione in Iraq ed in Siria stanno continuando a mietere vittime eccellenti. Dopo il ferimento del sedicente Califfo dello Stato Islamico Abu Bakr al-Baghdadi (oramai debilitato a tal punto che molti suppongono non sarà più in grado di tornare al comando dell’Isis nemmeno in futuro, se dovesse sopravvivere), è stato eliminato un altro pezzo da 90 dell’organizzazione terroristica: stiamo parlando di Abu Alaa al-Afri, il temuto “numero due” dell’Isis, ucciso nel corso di un raid aereo della Coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti d’America in quel di Tal Afar.
Secondo le rivelazioni rilasciate alla stampa da un comunicato del ministero della Difesa iracheno, Abu Alaa al-Afri si trovava all’interno della moschea di Tal Afar quando questa è stato bombardata dalle forze aeree occidentali. Proprio in corrispondenza di questo luogo di culto, era stata infatti organizzata un’importante riunione tra jihadisti. Il portavoce del ministero Brig-Gen Tahsin Ibrahim ha infatti reso noto che non è rimasto ucciso solo al-Afri, bensì anche diverse decine di miliziani dell’Isis presenti nel corso del conclave.
Una nota del ministero recita: “Sulla base di accurate notizie di intelligence, la Coalizione guidata dagli Stati Uniti ha condotto un raid aereo contro il numero due di Daesh (Stato Islamico in lingua araba, ndr), Abu Alaa al-Afri, e un nutrito gruppo di componenti di gang criminali, mentre erano riuniti nella moschea al-Shuhadaa nella città di Tal Afar”. La suddetta località è situata a circa 70 chilometri da Mosul, una delle maggiori roccaforti dello Stato Islamico, situata in Iraq.
Al-Afri era assurto a comandante dell’Isis proprio in seguito al ferimento di Abu Bakr al-Baghdadi, ma non ha avuto maggior fortuna del proprio predecessore, anzi: se al-Baghdadi, era rimasto solo “ferito gravemente” dalle bombe, ad al-Afri è andata peggio: il suo comando non è durato che pochi giorni, al termine dei quali il “reggente de facto” dell’Isis ha trovato la morte sotto le bombe.