E’ di almeno 55 morti il bilancio del catastrofico mercoledì di Falluja, la tristemente famosa città situata a circa 50 chilometri ad Ovest di Baghdad, la capitale dell’Iraq. Le vittime risultano essere tutte militari, morti in seguito ad una terribile serie di tre attentati in successione che hanno sconvolto il Paese mediorientale, prendendo di mira la provincia di al-Anbar. Proprio questa provincia risulta essere uno dei fronti più caldi dell’Iraq nella lotta all’Isis, poiché è proprio qui che si trova Ramadi, l’ex roccaforte governativa caduta nelle mani dello Stato Islamico, che l’esercito regolare iracheno sta tentando di riconquistare proprio in questi giorni.
La serie di tre attentati kamikaze operati da membri dell’Isis contro i militari iracheni è andata in scena nei pressi di Karma, ed ha seguito la dichiarazione del Presidente iracheno che aveva annunciato la controffensiva per provare a strappare Ramadi dal controllo del Califfato. La risposta dei terroristi è stata terribile e perentoria: tre violentissimi attacchi suicidi contro un convoglio dell’esercito, 55 morti ed un numero ancora inquantificabile di feriti; stime peraltro non ancora definitive.
A riferire della strage è stata l’emittente televisiva Al Jazeera. Nel frattempo è stato reso noto che l’Iraq, in seguito alla campagna di controffensiva militare lanciata nella giornata di ieri, è riuscito a riconquistare due quartieri di Ramadi dapprima in mano all’Isis, penetrando così all’interno della città. Al fianco dell’esercito regolare sono impegnati la polizia, le unità di mobilitazione popolare ed i paramilitari sciiti. I due quartieri liberati dai fondamentalisti islamici sono al-Taech e al-Hmeyrah, vicinissimi all’università di al-Anbar.
Inoltre, Rami Abdel Ramham, direttore dell’Osservatorio siriano dei diritti umani, ha reso noto che: “Al termine dell’offensiva di dieci giorni, i combattenti curdi hanno preso il controllo a inizio settimana dei 14 villaggi assiri che l’Isis controllava da Febbraio”.