La Francia bombarda la Siria, ancora una volta. E spaventano sempre più le profezie di Nostradamus, che aveva annunciato che sarà proprio la Francia la prima ad essere colpita, prima che l’Europa intera verrà spazzata via. Più che mai, quelle parole creano spavento, soprattutto alla luce dei fatti che stanno avvenendo.
Dopo i tremendi attentati di Parigi, infatti, la Francia aveva immediatamente risposto bombardando Raqqa e, notizia dell’ultim’ora, i raid sono proseguiti anche stanotte. Raqqa, considerata la ‘capitale dell’Isis‘, è stata vittima di una vera e propria pioggia di fuoco, con circa 30 raid degli aerei francesi (seguendo i dati dell’intelligence Usa), che hanno letteralmente devastato la città, oltre a danneggiare pesantemente il polo petrolifero di Dayr az Zor. Nei raid, sono stati distrutti un centro di comando ed un campo di addestramento dell’Isis, e in seguito alle bombe è stata tagliata l’energia elettrica.
A chi pensa che le bombe non siano la soluzione, risponde il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, il quale afferma che la Francia ha piena legittimità nell’agire contro i terroristi, visti i tragici fatti di venerdì sera. Fabius, poi, dichiara che la Francia ha il dovere di essere presente e attiva per contrastare la minaccia terroristica. Anche Hollande ha confermato che “la Francia intensificherà gli attacchi in Siria. Non dobbiamo contenere questa organizzazione, la dobbiamo distruggere“.
La risposta dell’Isis è in un comunicato reso noto dalla BBC, che afferma che i raid di questa notte hanno colpito luoghi deserti, e non hanno causato nessuna vittima. Il comunicato viene rilanciato anche nel radiogiornale di Bayan, uno dei canali più usati dall’Isis per diffondere informazioni ufficiali: “Ci sono stati 30 raid aerei francesi nella provincia di Raqqa ma questi hanno colpito solo posizioni vuote e non si sono registrati feriti tra i combattenti”.
Intanto, i media americani confermano la notizia che circolava in queste ore: il dipartimento di Stato Usa ha deciso di vendere migliaia di ‘bombe intelligenti’ all’Arabia Saudita, uno dei più saldi alleati del governo Usa in Medio Oriente, allo scopo di combattere l’Isis in Siria e i ribelli nello Yemen.