Fotografato il primo buco nero: si trova a circa 53 milioni di anni luce dalla Terra

Grazie al lavoro dell'Event Horizon Telescope Consortium, per la prima volta viene fotografato il buco nero, che dista dalla Terra circa 53 milioni di anni luce.

Fotografato il primo buco nero: si trova a circa 53 milioni di anni luce dalla Terra

Viene definito già da molti come lo scatto che rivoluzionerà questo millennio. Per la prima volta infatti viene fotografato il buco nero. Si tratta in assoluto della primissima prova visiva diretta di un corpo celeste di questo tipo, ottenuta dall’Event Horizon Telescope Consortium, un progetto internazionale di studi che ha l’obiettivo di analizzare l’ambiente circostante la sorgente di onde radio Sagittarius A*.

Una scoperta anche nostrana, poiché l’Italia partecipa all’EHT con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Per riuscire a cogliere questo momento, sono serviti ben otto radiotelescopi puntati tutti nello stesso punto, come se si trattasse di un unico enorme telescopio, puntato sulla galassia “Messier 87“, che dista dalla Terra 53.490.000 anni luce.

La prima conferma di una possibile presenza di questo oggetto, come rivela uno degli scienzati di questa scoperta, Ciriaco Goddi, venne svelato da Albert Einstein (come pure le onde gravitazionali) all’interno della teoria della relatività generale nel 1916. L’interesse per il buco nero però è ritornato a riaffiorare solamente negli anni ’60.

La scoperta

Luciano Rezzolla, professore di astrofisica e relativistica presso l’Università Goethe di Francoforte, ha rivelato all’Ansa: “Nei buchi neri supermassicci che si trovano al centro delle galassie, la materia che viene attratta si riscalda e, cadendo nel buco nero, emette luce, parte della quale è osservabile con i radiotelescopi. In queste condizioni fisiche, infatti, è possibile rivelare la cosiddetta zona ‘in ombra’, ossia quella regione di ‘assenza di luce’ e che è tale in quanto la luce al suo interno viene assorbita dall’orizzonte degli eventi”.

Sempre lo studioso, in seguito, ha aggiunto: “Con i telescopi di Eht abbiamo finalmente raggiunto una risoluzione sufficiente per guardare su una scala dell’orizzonte degli eventi. Dall’interno di questa superficie nessuna informazione può essere scambiata con l’esterno. Per questo motivo i buchi neri sono importanti in fisica: il loro orizzonte degli eventi è infatti un limite invalicabile alla nostra capacità di esplorare l’universo”.

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