La Federal Aviotion Administration, ovvero l’agenzia federale statunitense per l’aviazione, ha richiesto a Boeing di apportare delle modifiche al modello dell’aereo coinvolto nello schianto in Etiopia. Così la società ha annunciato che in poche settimane l’intera flotta dei 737 Max 8 saranno sottoposti ad aggiornamenti del software.
Gli aggiornamenti si sono rivelati necessari in quanto, secondo le prime ricostruzioni, il disastro aereo dell’Ethiopian Airlines è conseguenza di un difetto nel software del Boeing.
Dopo 6 minuti dal decollo da Addis Abeba, l’aereo è precipitato stroncando la vita di 157 persone, tra cui 8 italiani. Secondo alcune indiscrezioni, il pilota del Boeing aveva sin da subito comunicato alcune difficoltà, e avrebbe quindi richiesto il permesso di ritornare ad Addis Abeba. Essenziale per chiarire la ricostruzione della tragedia saranno le analisi sui rottami dell’aereo che aiuteranno a capire la dinamica dell’incidente e le motivazioni.
Il divieto in 7 Paesi
Ben sette Paesi hanno scelto temporaneamente di far rimanere a terra il Boeing 737 vietandone l’utilizzo. Il primo a dichiarare il momentaneo divieto è l’autorità dell’aviazione civile di Singapore proprio per i recenti disastri aerei. Lo stop, specifica Singapore, sarà revocato quando: “saranno disponibili le informazioni sulla sicurezza di questi aeromobili”.
Lo stesso provvedimento è stato preso dall’Austrialia, Etiopia, Cina, Mongolia, Isole Cayman e Indonesia. In quest’ultimo paese la compagnia aerea Jet Airways ha dichiarato in un comunicato: “Nella nostra flotta abbiamo cinque Boeing 737, ma attualmente nessuno è impiegato nei voli. Siamo in contatto con la società produttrice” e aggiunge: “il fermo degli aerei permetterà una loro ispezione e successivamente, secondo quanto comunicherà il costruttore Boeing, si deciderà se torneranno a volare”.