La tragedia parigina che ha portato alla morte di 129 persone per mano di diversi attentatori islamici ha scosso, come già detto altrove, anche la coscienza del popolo della rete.
In queste ore, infatti, è giunto online anche un comunicato degli attivisti hacker di Anonymous i quali hanno dichiarato di essere sulle tracce degli attentatori del 13 Novembre e che li fermeranno. Già in seguito alla mattanza della redazione di Charlie Hebdo, gli hackivist di Anonymous avevano avviato una serie di operazioni, sotto l’egida dell’hashtag #OpIceIsis: nello specifico erano stati chiusi 149 siti a suon di attacchi DDoS, e parecchi account islamisti erano stati segnalati a Twitter.
Sempre e comunque, Anonymous ne aveva prelevato i dati costituendo, poi, un database di oltre 26 mila account riconducibili a simpatizzanti dell’Isis. Nel comunicato di queste ore, un annunciatore – con la maschera di Guy Fawkes (V per Vendetta) ed in varie lingue – ha affermato che la violenza non fermerà il gruppo di attivisti hacker in questione e che, anzi, farà da sprone nella lotta contro la tirannia e l’oscurantismo di chi attenta alle libertà personali.
Proprio con questo scopo, appena dopo le esplosioni davanti allo Stade de France, gli Anonymoys avevano affondanto l’hashtag #ParigiInFiamme con il quale gli islamisti celebravano le prime “gesta” dei loro combattenti sul territorio francese. Oltre a questa mossa, però, è stato anche avviata la missione “Parigi” (hashtag #OpParis) con la quale gli hackivist hanno inteso mettersi sulle tracce degli appartenenti ai gruppi terroristici responsabili degli attacchi parigini (“non ci fermeremo, non dimenticheremo, e faremo tutto il necessario per porre fine alle loro azioni”).
Anche in questo caso il fine è chiaro e consisterà nel fermare la propaganda islamista che, anche sui social, ha sempre più successo nel reclutare nuovi adepti. Non sarà, tuttavia, facile visto che, secondo alcune fonti, gli islamisti si starebbero progressivamente spostando su Talegram e Kik: la caccia è iniziata.