Che la battaglia contro Trump e i suoi pensieri razzisti sia sempre più viva in America non è una novità, ma è una giornalista – che si è ritrovata tra le mani uno scontrino davvero bizzarro – a testimoniare come alcuni locali abbiano scelto di lanciare il loro messaggio e la loro idea riguardo le restrizioni sull’immigrazione (comprese nei primi 30 giorni di mandato) fatte dal presidente Trump.
Sophie Heawood, la giornalista americana in questione, stava mangiando un burrito in un locale a Los Angeles, il Sunset Junction Coffee Shop, quando il suo sguardo le è caduto proprio sul scontrino che le era stato appena dato dopo aver pagato il suo cibo. Sotto al totale stampato, ha trovato una frase che l’ha colpita, tanto da fotografarla all’istante e condividerla nel suo profilo Twitter, commentandola con un cuore a testimoniare il suo appoggio verso il messaggio lanciato.
“Immigrants make America great…and cooked and served your food”, campeggiava al termine dello scontrino, ovvero: “Gli immigrati rendono grande l’America e…cucinano e ti servono da mangiare”.
Un messaggio simile è stato scelto anche in altri locali americani, per lanciare un unico messaggio al loro presidente, per quanto ci tengano a precisare molto spesso che “lui non è il loro presidente”. I lavoratori stranieri, nel territorio americano, sono davvero numerosi e, se l’economia del Paese va avanti e dà così notevoli frutti, è grazie anche a loro.
Una delle ultime statistiche risale al 2015, anno in cui si sono registrati oltre 26 milioni di lavoratori immigrati in America, ovvero il 16,7 % della forza lavoro presente. Ovviamente, nell’elenco di questi lavoratori non c’è solo la manodopera, ma moltissimi imprenditori che fanno sempre più grande l’America.
Molte sono state anche le aziende che hanno voluto sottolineare il loro disappunto riguardo le varie restrizioni di Trump, tra le quali Facebook, Google, Apple, Amazon, fino ad arrivare a Netflix, il cui creatore (Reed Hastings) ha addirittura affermato che è proprio il presidente Trump a rendere meno sicura l’America.