La Commissione europea sta preparando una proposta che potrebbe cambiare radicalmente il panorama fiscale per i fumatori in tutta Europa, scatenando un acceso dibattito tra i governi nazionali. Al centro del pacchetto c’è una riforma senza precedenti delle accise sui prodotti del tabacco tradizionale, delle sigarette elettroniche e delle bustine di nicotina, con l’obiettivo di generare nuove entrate destinate direttamente al bilancio dell’Unione Europea.
Le bozze, trapelate da documenti riservati ottenuti da Euractiv, anticipano aumenti che in alcuni casi superano il 1.000%, come per i sigari, mentre le sigarette potrebbero subire un rincaro del 139%. In termini concreti, si prevede che i prezzi al consumo aumenteranno mediamente oltre il 20%, un impatto non indifferente che potrebbe portare a un incremento dell’inflazione di circa mezzo punto percentuale.
Per l’Italia, ciò si tradurrebbe in un aumento superiore a un euro per un pacchetto di sigarette. Il cuore della proposta è evidenziato in un rapporto del governo tedesco che suggerisce di sviluppare “nuove fonti di risorse proprie”, facendo riferimento specifico alle imposte sul tabacco. Questo pacchetto fiscale sarà presentato ufficialmente dalla Commissione a partire dal 16 luglio, come parte del complesso negoziato sul Quadro Finanziario Pluriennale che entrerà in vigore nel 2028.
Nonostante la Commissione difenda le misure come uno strumento per migliorare la salute pubblica riducendo il consumo di tabacco, le critiche non mancano. Esperti e diversi governi sottolineano che precedenti aumenti improvvisi dei prezzi, come in Francia, hanno favorito la crescita del contrabbando, con una possibile perdita di entrate fiscali superiori a quanto si incassa.
Un funzionario europeo ha fatto notare come “il rischio è che si perda più gettito di quello che si incassa”, facendo emergere una criticità importante nel meccanismo previsto. Un altro punto molto controverso è la destinazione delle nuove entrate fiscali: se oggi i gettiti derivanti dalle accise sul tabacco finiscono nelle casse nazionali, la proposta prevede che circa 15 miliardi di euro siano trasferiti direttamente al bilancio comunitario. Questa prospettiva è stata duramente contestata da più Stati membri.
La Svezia, in particolare, ha definito la proposta “completamente inaccettabile”. La ministra delle Finanze Elisabeth Svantesson ha sottolineato che “il gettito deve restare ai singoli Paesi, non finire nelle mani della burocrazia europea”. La posizione svedese si basa anche su dati che mostrano come la diffusione dello snus, un prodotto a base di tabacco senza combustione, abbia portato a una significativa riduzione del numero di fumatori e a un calo marcato della mortalità legata al fumo, ben al di sotto della media europea.