Riforma pensioni, si studiano le nuove anticipate tramite quota 100, 41 e opzione donna

Il dossier pensioni alla prova dei conti. Negli scorsi giorni l’UE ha lanciato un nuovo monito sulla flessibilità previdenziale, paventando la procedura d’infrazione. Ecco perché il tema resterà al centro dello scontro.

Riforma pensioni, si studiano le nuove anticipate tramite quota 100, 41 e opzione donna

Da un lato la necessità di garantire la tenuta dei conti pubblici, con una manovra economica che si preannuncia già in salita per il prossimo autunno. Dall’altro lato il confronto con l’elettorato e le promesse di un’ulteriore riforma del settore previdenziale, per il quale si prospetta un’estensione delle misure già approvate. Il tutto nel solco di uno scenario macroeconomico che si annuncia perlomeno volatile e complicato, a giudicare dai riflessi internazionali della guerra commerciale e della Brexit.

D’altra parte, la questione della flessibilità previdenziale non può certamente essere considerata come conclusa con la scorsa legge di bilancio. L’avvio della quota 100 e la proroga di alcune misure precedenti (come l’opzione donna e l’APE sociale) sono state approvate ancora una volta in forma sperimentale, nell’attesa di una stabilizzazione definitiva. Mentre sullo sfondo resta irrisolto il nodo dell’estensione della quota 41 a tutti i lavoratori (attualmente percorribile solo da una parte della platea, individuata dal legislatore secondo specifiche situazioni di disagio).

L’Italia è un osservato speciale, ma le pensioni restano un nodo da sciogliere

Con l’avvio delle nuove pensioni anticipate tramite quota 100 (e del reddito di cittadinanza) sono emersi tutti i dubbi dei tecnici internazionali sulla tenuta del Paese e sulla sostenibilità di queste opzioni rispetto alla necessità di mantenere i conti pubblici in carreggiata. L’attenzione sulla questione è destinata a riaccendersi il prossimo 5/06, quando dall’UE arriveranno le nuove valutazioni rispetto ai parametri tecnici.

Nel frattempo però il Governo si troverà alle prese con lo studio della nuova Manovra, che dovrà comunque cominciare ad essere formalizzata in bozza al rientro dalle ferie di agosto. Le rivendicazioni dei lavoratori appaiono sin d’ora chiare: sarà necessario studiare come garantire un seguito alle nuove pensioni anticipate, a partire dalla quota 100 (che per la propria natura sperimentale è destinata a scadere nel 2021). Sullo sfondo, l’ala leghista dell’esecutivo ha sempre parlato di una quota 41 per tutti, ma ciò significherebbe anche la conclusione dell’attuale sperimentazione.

Parallelamente, le rivendicazioni dei pensionandi chiedono di proseguire con le sperimentazioni di specifici sistemi di prepensionamento prorogati di volta in volta dai Governo che si sono succeduti ed in scadenza alla fine del 2019. È il caso, ad esempio, delle pensioni anticipate tramite l’opzione donna o dell’APE sociale e volontaria. Tutte queste opzioni rischiano di terminare al prossimo 31 dicembre e impongono quindi una presa di posizione da parte del Governo.

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