Riforma pensioni 2020 e uscite anticipate: ecco come si svilupperà il confronto

Il governo svela il cronoprogramma per l’avvio della flessibilità previdenziale ed il superamento della legge Fornero. I sindacati continuano a chiedere l’uscita dai 62 anni di età o con 41 anni di versamenti per tutti.

Riforma pensioni 2020 e uscite anticipate: ecco come si svilupperà il confronto

Con la chiusura del primo tavolo di confronto tra governo e sindacati prende luogo in via ufficiale il cantiere della riforma previdenziale ed emerge anche un quadro più chiaro della situazione rispetto agli incontri e ai passaggi di boa che dovranno necessariamente essere affrontati nei prossimi mesi. Il lavoro sarà notevole e al momento non è ancora stato chiarito in modo preciso il confine dei diversi interventi.

Un punto che può essere chiarito anche con la necessità di avviare le diverse commissioni di esperti, che dovranno occuparsi di tarare i parametri di riferimento delle platee dei lavoratori e quindi di conciliare il tutto con le risorse finanziarie a disposizione. Una quadratura del cerchio che non sarà facile, ma che sarà anche il frutto della mediazione tra le proposte sindacali e gli intenti del governo.

D’altra parte, il lavoro è ineludibile per evitare che al termine della fase sperimentale per le pensioni anticipate con la Quota 100 (a partire dal 2022) si concretizzi uno scalone lungo fino a 5 anni tra coloro che hanno potuto beneficiare della flessibilità in uscita e chi invece ne resterebbe escluso.

La strategia decisa dal Ministro Catalfo: introdurre la riforma nella NaDef

Come già anticipato, dal tavolo di confronto emergono comunque delle informazioni interessanti rispetto al piano d’azione del governo. Secondo quanto evidenziato dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, le proposte in discussione con la piattaforma sindacale potrebbero trovare spazio all’interno della prossima Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NaDef). La scadenza sarebbe quindi fissata per il prossimo mese di settembre.

Avendo le idee chiare al rientro del periodo estivo e con la condivisione dei sindacati, si potrebbe avere il giusto tempo di proseguire nell’avvio della flessibilità previdenziale attraverso l’inserimento delle proposte nella prossima legge di bilancio. In questo modo, le ipotesi di intervento potrebbero essere già approvate entro la fine dell’anno.

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