Reddito e pensioni di cittadinanza: superate le 700 mila richieste, ma poche provengono dai giovani

Le ultime rilevazioni in arrivo dall’Istat certificano l’elevato interesse in merito al reddito e alle pensioni di cittadinanza ma, tra i richiedenti, vi sono molti over 50, tanti stranieri, e pochissimi giovani.

Reddito e pensioni di cittadinanza: superate le 700 mila richieste, ma poche provengono dai giovani

I primi numeri in arrivo in merito alle domande di accesso al reddito e alle pensioni di cittadinanza confermano l’elevato interesse della popolazione per la nuova misura di welfare, ma offrono anche uno spaccato particolare dei potenziali richiedenti, che sembrano differenziarsi rispetto alla platea immaginata inizialmente dal legislatore.

Partendo dai numeri, l’Istat segnala il superamento delle 700 mila pratiche ricevute: un dato di rilievo a circa tre settimane dalla partenza del provvedimento, ad attestare il successo dell’iniziativa. Di queste domande, circa 500 mila sono state prodotte tramite l’assistenza fornita da Caf e patronati, mentre le restanti 200mila sono state inviate tramite gli sportelli degli Uffici Postali, oppure direttamente online con i servizi telematici offerti ai cittadini.

Reddito e pensioni di cittadinanza: l’analisi dei richiedenti indica molte persone in età avanzata e pochi giovani

Entrando nel merito dei dati, le proiezioni relative alla situazione dei richiedenti offre uno spaccato di coloro che hanno manifestato maggiore interesse verso il reddito e le pensioni di cittadinanza. In questo senso, la maggior parte della platea è formata da over 50enni, che evidentemente sono rimasti tagliati fuori dal mercato del lavoro ed allo stesso tempo hanno ormai esaurito i benefici di welfare legati al precedente impiego.

Fa riflettere il dato riguardante i giovanissimi, visto che meno del 7% delle domande è stata inoltrata da under 30. I cosiddetti millennials erano stati indicati in precedenza come i principali beneficiari dell’iniziativa (tanto che si è parlato di vincoli “anti divano”, affinché la misura non rappresentasse un disincentivo al lavoro). Il nuovo strumento di welfare era stato ideato anche per contrastare la disoccupazione giovanile, un problema divenuto particolarmente rilevante dopo l’ultima crisi economica e che ancora oggi continua a rimanere rilevante a livello macroeconomico.

Infine, un ulteriore dato è quello relativo ai richiedenti stranieri: anche in questo caso nei mesi precedenti si era sviluppato un ampio dibattito. Al momento, circa il 10% delle domande sono state presentate da persone di nazionalità non italiana (un dato che tocca il 15% al Nord Italia); si tratta di soggetti che pur stranieri possiedono il requisito di residenza utile per poter procedere alla richiesta di sussidio.

Continua a leggere su Fidelity News