Reddito di cittadinanza: ecco quando e perché non viene erogato il massimo possibile

Le particolari modalità di funzionamento dell’assegno di cittadinanza non consentono sempre di percepire la misura piena. Ecco come capire da cosa dipende.

Reddito di cittadinanza: ecco quando e perché non viene erogato il massimo possibile

Siamo ormai arrivati alle ultime settimane del 2019 e il reddito di cittadinanza si è consolidato come la vera e propria novità per il nostro sistema di welfare nell’anno in corso, diffondendosi rapidamente a quasi un milione di persone. Numeri che si dimostrano già da soli importanti, ma che divengono ancora più rilevanti se si pensa che i reali beneficiari (considerando le persone incluse nei nuclei familiari) superino i tre milioni di unità.

Resta quindi chiaro per quale motivo da parte di molti vi sia un genuino interesse nel comprendere quali sono i meccanismi di funzionamento relativi al calcolo dell’importo versato in favore dei beneficiari. Su questo punto, bisogna innanzitutto fare una importante distinzione.

Infatti, l’importo che viene normalmente caricato sulla card di cittadinanza deve essere suddiviso in due parti. La prima rappresenta una integrazione al reddito familiare. La seconda parte riguarda invece un’integrazione destinata al pagamento del canone dell’affitto presso la quale la famiglia di riferimento ha stabilito la propria residenza.

Reddito di cittadinanza: a quanto corrisponde l’importo mensile massimo

Stante la situazione, è importante evidenziare che non sempre il richiedente è in grado di beneficiare della cifra massima prevista in base ai componenti del nucleo familiare. Quest’ultima corrisponde infatti a 780 euro in caso di single, dei quali 500 come integrazione al reddito e 280 per l’eventuale pagamento di un canone di locazione o di mutuo.

L’integrazione di 280 euro è da considerarsi come fissa, pertanto anche nel caso in cui l’emolumento salga la possibile differenza con il massimo erogabile è data da questo aspetto. Ad esempio, una famiglia con due adulti e un minore può beneficiare di 800 euro d’integrazione familiare e di 280 euro per la casa, arrivando a un massimo di 1.080 euro al mese (e così via). Tutto questo ricordando che anche ulteriori redditi aggiuntivi o sussidi di welfare rientrano nel conteggio complessivo e devono essere decurtati dall’assegno di cittadinanza qualora risultino presenti.

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