Pensioni flessibili e APE volontaria: ancora 5 mesi per scegliere l’uscita anticipata dal lavoro

Tra i diversi meccanismi di accesso flessibile alla pensione disponibili fino alla fine del 2019, l’APE volontaria occupa certamente un posto importante, visto che consente l’uscita anticipata dal lavoro dai 63 anni di età e con appena 20 anni di versamenti.

Pensioni flessibili e APE volontaria: ancora 5 mesi per scegliere l’uscita anticipata dal lavoro

Restano ancora cinque mesi di tempo prima che scada l’opzione dell’APE volontaria, ovvero l’anticipo pensionistico percorribile su base individuale che permette uno scivolo destinato a tutti coloro che maturano i requisiti attualmente previsti dalla legge entro il 31 dicembre 2019. A differenza dell’APE sociale, si tratta ovviamente di un prepensionamento oneroso, a meno che non si riesca ad optare per la versione aziendale, i cui costi sono coperti dal datore di lavoro.

Quest’ultimi risultano particolarmente favorevoli rispetto ai vincoli previsti per l’accesso alla pensione di vecchiaia (attualmente 67 anni di età e 20 anni di contribuzione), ma anche alle altre opzioni di pensionamento anticipato attualmente disponibili nel panorama previdenziale. L’APE volontaria può essere infatti richiesto già a partire dai 63 anni di età e con appena 20 anni di contribuzione (ne servono ad esempio 38 per accedere alla nuova Quota 100, oppure 35 per poter fruire della proroga dell’opzione donna).

Lo scotto da pagare, qualora non si ricorra al sostegno del datore di lavoro, risulta però nella trattenuta ventennale che verrà applicata sul futuro assegno. La domanda di accesso all’APE volontaria si basa infatti su un prestito ponte, che traghetta il lavoratore fino all’accesso alla pensione di vecchiaia, e che viene restituito successivamente tramite trattenute alla fonte applicate sull’emolumento.

Pensioni anticipate e APE volontaria: come funziona la misura

L’importo dell’assegno erogato con l’APE volontaria dipende dalla distanza di tempo che separa il lavoratore all’uscita di vecchiaia. Con un anticipo temporale superiore a 36 mesi, è possibile chiedere fino al 75% dell’importo netto del futuro trattamento pensionistico. Da 36 a 24 mesi si sale all’80%, mentre tra i 24 mesi ed un anno si arriva all’85%. Con una durata inferiore ai 12 mesi è possibile ottenere fino al 90% dell’importo mensile del trattamento pensionistico.

I costi di cui tenere conto nell’accesso alla misura sono il tasso applicato sul prestito (circa il 2,85%), la copertura assicurativa obbligatoria a chiusura del prestito in caso di premorienza, ed il premio legato alla garanzia statale. Sul sito dell’Inps è disponibile un simulatore in grado di aiutare il futuro pensionato a comprendere in che modo varia il proprio assegno accedendo alla prestazione. Resta da ricordare che gli aventi diritto potenzialmente interessati alla misura dovranno fare i conti con la sua naturale scadenza al termine del 2019 visto che, al momento, non vi è certezza di una eventuale proroga.

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