Pensioni d’oro, i tagli da giugno: assegni sopra i 100 mila euro decurtati dal 15% al 40%

A partire dal mese di giugno 2019 scatteranno i primi tagli alle pensioni d’oro, previsti per chi percepisce emolumenti superiori ai 100 mila euro: ecco come, quanto ed a chi, saranno ridotti gli assegni.

Pensioni d’oro, i tagli da giugno: assegni sopra i 100 mila euro decurtati dal 15% al 40%

Si avvicina il momento dell’applicazione del contributo di solidarietà (anticipato ad Ottobre) sulle cosiddette pensioni d’oro, individuate dal legislatore nelle erogazioni superiori ai 100 mila euro annui. Il provvedimento prenderà forma il prossimo 1° giugno ed è destinato quindi ad entrare in funzione poco dopo la chiusura del prossimo confronto con le urne. Sulla questione è stata la stessa Inps ad intervenire, fornendo tutti i dettagli operativi attraverso un’apposita circolare.

In senso generale, l’intervento si protrarrà per i prossimi cinque anni e andrà a colpire i cedolini dei pensionati interessati attraverso un’applicazione rateale, andando così ad includere anche i primi mesi dell’anno (che per motivi operativi sono stati erogati senza il nuovo prelievo previsto in Manovra).

Ecco chi sono i pensionati colpiti dal nuovo taglio agli assegni d’oro

Entrando nei dettagli della vicenda, tra i destinatari della misura la circolare Inps individua una platea di circa 24 mila persone, con un lordo annuo superiore ai 100 mila euro. Il riferimento va a tutti i tipi di assegni, indipendentemente dal sistema di calcolo, escludendo però le pensioni di invalidità e quelle che vengono normalmente garantite alle vittime del dovere.

Il nuovo taglio viene implementato sulla base di cinque aliquote, a partire dalla più bassa del 15% per salire fino al 40%. In questo modo, l’esecutivo stima di poter risparmiare oltre 400 milioni di euro nel prossimo quinquennio. L’applicazione sarà comunque progressiva, visto che l’aliquota più bassa verrà applicata alla quota di assegni che va dai 100 ai 130 mila euro, mentre diventa del 25% tra i 130 ed i 200 mila euro. Si arriva quindi a toccare il 30% fino a 350 mila euro, ed il 40% per gli importi eccedenti i 500 mila euro.

L’applicazione del contributo di solidarietà è stata ampiamente annunciata negli scorsi mesi, ed ha portato ad un’accesa discussione politica. Al momento, mancava solo il risvolto applicativo, che si è concretizzato proprio con la pubblicazione dell’apposita informativa da parte dell’Istituto pubblico di previdenza.

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