Pensioni anticipate tramite Quota 100, APE e Opzione Donna: ecco come uscire dal lavoro negli ultimi mesi del 2019

Siamo entrati nell’ultima parte dell’anno e molte opzioni di accesso flessibile alla pensione potrebbero non essere più disponibili dal prossimo anno: facciamo il quadro della situazione.

Pensioni anticipate tramite Quota 100, APE e Opzione Donna: ecco come uscire dal lavoro negli ultimi mesi del 2019

Il nuovo cambio di passo al governo ha riacceso il dibattito sulla flessibilità previdenziale, che sembrava ormai relegato alla prosecuzione della Quota 100 e ad altri piccoli aggiustamenti nella legge di bilancio 2020. Con tutta evidenza andrà diversamente, visto che la prospettiva è di un ripensamento profondo rispetto alle cose fatte negli scorsi 18 mesi.

Resta il fatto però che le attuali opzioni di pensionamento nell’ultima parte del 2019 risultano ancora in corso di validità, pertanto può essere interessante fare il punto della situazione soprattutto per coloro che matureranno i criteri di accesso ordinari o anticipati all’Inps entro il 31 dicembre.

In tal senso, ricordiamo che le opzioni di base della legge Fornero prevedono il raggiungimento di almeno 67 anni di età con 20 anni di contribuzione. In alternativa è possibile optare per l’assegno di anzianità a partire dai 42 anni e 10 mesi di contribuzione, che scendono a 41 anni e 10 mesi per le lavoratrici. A queste due modalità di quiescenza si aggiungono le diverse opzioni sperimentali disponibili nel 2019, ovvero la Quota 100, l’APE e l’Opzione Donna.

Pensioni anticipate: ecco i criteri in corso di validità nel 2019

Partendo dai prepensionamenti tramite la quota 100, è possibile accedere all’Inps a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di contribuzione, accettando il vincolo della mancata cumulabilità tra redditi pensionistici e lavorativi. Sono quindi escluse sia attività come lavoratore dipendente che autonomo, fatte salve le prestazioni occasionali al di sotto delle 5 mila euro annue. È presente inoltre una finestra mobile trimestrale, che si estende a sei mesi per i lavoratori della pubblica amministrazione.

Con l’APE sociale è possibile ottenere l’accesso anticipato senza penalizzazioni all’Inps a partire da 63 anni e da 30-36 anni di versamenti, in base alla specifica situazione di disagio (disoccupazione, disabilità grave, caregiver o professioni gravose – usuranti). Una seconda opzione consiste nell’APE volontario, che abbassa gli anni di contribuzione a 20, ma richiede una trattenuta sul futuro assegno per la restituzione del prestito ponte.

Diverso ancora è il caso dell’Opzione Donna, che consente di maturare l’assegno a partire dai 58 anni di età (59 anni per le lavoratrici autonome) e 35 anni di versamenti. In questo caso, bisogna accettare il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno.

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