Pensioni anticipate, possibile stretta dal 2022: ecco come evitarla

I lavoratori che possono maturare l’accesso alla pensione con una misura anticipata e volontaria entro il 2021 faranno bene a soppesare la propria scelta, viste le incognite successive.

Pensioni anticipate, possibile stretta dal 2022: ecco come evitarla

I criteri ordinari di accesso alla pensione secondo la legge Fornero continuano a restare una vera e propria barriera all’uscita dal lavoro per moltissimi di coloro che si trovano in età avanzata e con una storia contributiva discontinua. Per cercare di ovviare alla situazione, la politica ha tentato la strada delle opzioni sperimentali, non essendo riuscita finora a superare l’impostazione complessiva della manovra voluta nell’ormai lontano 2011.

Infatti, per maturare la quiescenza con i criteri ordinari, occorre raggiungere almeno 67 anni di età e 20 anni di versamenti, previsti attualmente dalla pensione di vecchiaia. In alternativa, l’anticipata si slega dal parametro anagrafico ma richiede 42 anni e 10 mesi di contribuzione (un anno in meno per le donne). Vista la rigidità di tali parametri, non sorprende quindi che molti lavoratori approfittino delle opzioni sperimentali proposte nel tempo dal legislatore, tanto più che quest’ultime risultano soggette a scadenza ed a possibili (ma non sempre certi) rinnovi.

Le alternative per accedere alla pensione anticipata ed il rischio dello scalone nel 2022

Una delle alternative più discusse per accedere alla pensione anticipata è la cosiddetta Quota 100, che consente l’accesso all’Inps a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di versamenti. L’opzione resta valida fino al 31 dicembre del 2021, dopodiché bisognerà vedere quale sarà la decisione politica al riguardo. Senza ulteriori interventi, si rischia uno “scalone” che può arrivare fino a 5 anni. Anche per questo, i lavoratori potrebbero scegliere di aderire in massa sotto scadenza.

Le alternative per l’anno in corso sono l’APE sociale e l’Opzione Donna. Entrambe risultano ancora una volta di natura sperimentale ed a scadenza, essendo state prorogate per un anno. Nel primo caso bisogna aver maturato almeno 63 anni di età e 30-36 anni di versamenti, a seconda dello specifico caso di tutela previsto dal legislatore. Nel secondo caso è necessario avere almeno 58 anni (59 anni per le autonome) e 35 anni di versamenti, ma risulta indispensabile anche accettare il ricalcolo interamente contributivo (con penalizzazioni che possono arrivare a doppia cifra percentuale sull’importo della pensione).

Resta poi la Quota 41 per i lavoratori precoci che vivono situazioni di difficoltà. In questo caso non vi è scadenza, ma un limite ristretto all’ingresso. Possono infatti accedere alla misura coloro che hanno versato almeno un anno di contribuzione prima della maturazione del 19mo anno di età e che si trovano nelle condizioni indicate dalla legge. Per questi soggetti è possibile maturare l’accesso all’Inps dopo 41 anni di versamenti, senza alcun parametro anagrafico e senza l’applicazione di penalizzazioni.

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