Pensioni anticipate: per i sindacati Quota 100 dimezzata nel 2019

Le nuove pensioni flessibili avviate con la legge di bilancio 2019 continuano a far discutere. Per la Cgil, quest’anno lasceranno il posto di lavoro solo 128 mila persone, con risparmi per le casse pubbliche di oltre 7 miliardi di euro.

Pensioni anticipate: per i sindacati Quota 100 dimezzata nel 2019

Il tormentone delle pensioni anticipate e delle nuove opzioni in arrivo con l’ultima Manovra continua a far discutere, mentre l’Inps aggiorna quotidianamente i dati sulle ultime richieste in arrivo dai lavoratori. Ad esprimere perplessità e preoccupazione rispetto agli ultimi rilievi sono stati i sindacati, secondo i quali per la Quota 100 si prospetta un’adesione al ribasso rispetto alle stime del Governo.

Il nuovo provvedimento, che consente l’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di contribuzione, sembra infatti destinato a coinvolgere nel corso del 2019 solo 128 mila persone, cioè 162 mila soggetti in meno rispetto alle previsioni tecniche collegate all’approvazione del provvedimento (con stime complessive per 290mila prepensionamenti).

Riforma pensioni: un risparmio per le casse pubbliche di oltre 7 miliardi nel triennio

A corredo delle previsioni sulle adesioni dei lavoratori, vi sono poi i calcoli tecnici e attuariali in merito al costo delle fuoriuscite. Secondo le stime della Cgil, il flusso più basso di pensionamenti anticipati rispetto alle stime iniziali dovrebbe comportare nel corso della sperimentazione triennale un risparmio superiore ai 7 miliardi di euro.

Ma il problema di fondo per le parti sociali è proprio nella natura triennale della sperimentazione legata alla Quota 100. “Il provvedimento coinvolgerà alcune migliaia di persone, ma lascia del tutto invariate le cose in prospettiva” sottolinea il Segretario Confederale Roberto Ghiselli. Secondo il sindacalista, non vi sarebbero quindi i presupposti per una vera riforma del settore, che invece (dopo anni di rigidità dovuti alla Monti – Fornero) risultava molto attesa dai lavoratori.

Altro che abolizione della Legge Fornero” conclude Ghiselli, ricordando che il sindacato aveva chiesto da tempo un confronto con il Governo in merito alla tematica, in modo da arrivare ad un provvedimento in grado di riformare davvero il settore previdenziale. Purtroppo, la questione della flessibilità in uscita dal lavoro sembra destinata a restare ancora a lungo al centro del dibattito pubblico.

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