Pensioni anticipate: ok ad APE e Opzione Donna, ma ora si punta al dopo Quota 100

Il confronto tra governo e sindacati prosegue con la riapertura del dibattito sulla flessibilità previdenziale. A preoccupare è in particolare quello che accadrà nel 2022, dopo la fine della sperimentazione di Quota 100.

Pensioni anticipate: ok ad APE e Opzione Donna, ma ora si punta al dopo Quota 100

Le notizie in arrivo nelle ultime ore dal comparto previdenziale hanno siglato un importante passo in avanti rispetto alle misure di flessibilità in corso di scadenza, come nel caso dell’APE sociale e dell’Opzione Donna. Il governo ha infatti deciso di proseguire con le due sperimentazioni, garantendo così la possibilità di accedere ai meccanismi di prepensionamento anche nel corso del 2020.

Si tratta di uno scenario che fino a pochi giorni fa non appariva scontato, anche considerando il dibattito molto acceso sulle pensioni in essere all’interno della stessa maggioranza. Ora il confronto è destinato a proseguire sui tavoli negoziali, in particolare con le parti sociali e su quello che accadrà alla fine del 2021.

Al 31/12 di tale anno scadrà infatti la possibilità di accedere alla pensione anticipata tramite la Quota 100 e molti lavoratori si troveranno a doversi confrontare con uno scalone di 5 anni per poter accedere all’Inps. Uno scenario per il quale, in tutta evidenza, serve reperire una soluzione tecnica, a meno di non volersi trovare ancora una volta sottodata davanti all’ennesima richiesta di proroga dei potenziali esclusi.

Riforma pensioni: l’incontro del 4 novembre tra esecutivo e parti sociali

Per cercare di concordare una posizione comune con le parti sociali il governo giallo-rosso avvierà un nuovo confronto negoziale il prossimo 4 novembre 2019. In tale occasione si cercherà di trovare una soluzione su tutti i problemi appena evidenziati riguardo la flessibilità previdenziale, ma anche sulle rivalutazioni degli assegni (considerate troppo esigue dai sindacati).

Oltre a ciò, il tavolo tecnico dovrà affrontare la questione della pensione di garanzia in favore dei lavoratori più giovani, iscritti al sistema contributivo puro e sprovvisti delle tutele per l’adeguamento alla minima. Infine, un’ultima questione da risolvere riguarda la previdenza complementare, con la proposta del Presidente Inps di rilanciare il settore attraverso la creazione di un fondo di secondo pilastro pubblico.

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