Pensioni anticipate: età media di uscita dal lavoro a 62 anni e 4 mesi, ma con assegni più bassi

Dai recenti dati Inps sulle pensioni del 2019 emergono i trend che caratterizzano le uscite dal lavoro, ma c’è anche il calo sostenuto registrato dalle pensioni di vecchiaia per l’adeguamento all’aspettativa di vita.

Pensioni anticipate: età media di uscita dal lavoro a 62 anni e 4 mesi, ma con assegni più bassi

Gli ultimi dati in arrivo dall’Inps certificano la corsa dei lavoratori ai pensionamenti anticipati, soprattutto nel caso in cui si prenda come riferimento l’età di uscita dal lavoro con l’assegno di vecchiaia. Quest’ultimo prevede infatti la maturazione di almeno 67 anni di età ed al contempo di 20 anni di versamenti, un traguardo che si è allungato di 5 mensilità per via dell’adeguamento all’aspettativa di vita.

Mentre è diventato più difficile accedere all’Inps con tali parametri, appare chiaro che in molti hanno deciso di approfittare della quiescenza di anzianità, oppure di una delle opzioni sperimentali di prepensionamento previste dalla legislazione. Il riferimento va ovviamente anche alla Quota 100, che consente l’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di versamenti.

La corsa alla pensione anticipata: si esce in media prima dei 63 anni di età

Dal punto di vista pratico, la corsa verso i prepensionamenti ha portato nel 2019 a fissare l’uscita anticipata dal lavoro a 62 anni e 4 mesi. Un’età che non si discosta eccessivamente dalla media dell’ultimo decennio, ma che può essere certamente presa come riferimento utile all’interno del dibattito attualmente in corso rispetto alla necessità di riformare le attuali regole di quiescenza.

Di contro, uscire prima comporta la rinuncia ad una parte dell’assegno anche per le opzioni che non applicano penalizzazioni dirette. Questo perché bisogna tenere conto della contribuzione inferiore rispetto a quanto non si sarebbe versato continuando a lavorare fino alla maturazione dei 67 anni. A questo punto la scelta diventa ovviamente individuale, stante il fatto che i meccanismi di prepensionamento si attivano su base volontaria.

Nel corso del 2019 l’importo erogato in media dall’Inps considerando tutti i tipi di pensioni e i diversi meccanismi di quiescenza è corrisposto a 1126 euro. Se si considera la pensione di vecchiaia, l’importo medio scende a circa 685 euro al mese, mentre per le anticipate corrisponde a 1873 euro. Tra gli importi più bassi rientrano anche gli assegni destinati agli invalidi (circa 718 euro di media), mentre per le pensioni ai superstiti si scende a 689 euro.

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