Pensioni anticipate, ecco cosa cambia per Quota 100, Opzione Donna e precoci con la caduta del governo

La crisi di governo apre a nuovi scenari per le pensioni flessibili. Molto dipenderà da chi occuperà i posti di comando nel nuovo esecutivo ma, nel frattempo, i lavoratori si interrogano sulle diverse opzioni di uscita anticipata dal lavoro.

Pensioni anticipate, ecco cosa cambia per Quota 100, Opzione Donna e precoci con la caduta del governo

Tanto tuonò che alla fine piovve. Dopo diverse settimane ad altissima tensione, si è formalmente concretizzata la crisi del governo giallo – verde, con la prospettiva ormai più che concreta per gli italiani di tornare alle urne nei prossimi mesi. Uno scenario che pone non pochi interrogativi sia in merito alle ultime opzioni di flessibilizzazione del settore previdenziale recentemente approvate, che in relazione ai piani di intervento preparati per il prossimo futuro.

Una prima buona notizia è che la situazione dovrebbe comunque risultare invariata per i lavoratori che raggiungono i criteri di accesso alla Quota 100 nell’arco del periodo di sperimentazione triennale già previsto dal legislatore. Nella pratica, l’opzione è stata resa disponibile dal 2019 al 2021 senza penalizzazioni e, pertanto, tutti coloro che maturano almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione in questo lasso di tempo potranno con elevata probabilità usufruire del nuovo provvedimento di flessibilità.

Restano al momento ancora in attesa di risposte i cosiddetti lavoratori precoci, ai quali era stata offerta la prospettiva di una Quota 41 per tutti entro la fine della legislatura. In questo caso, bisognerà quindi attendere che si formi un nuovo governo per poter verificare se l’obiettivo sarà comunque adottato in senso di continuità rispetto all’attuale esecutivo e quindi approvato nei prossimi anni.

I provvedimenti in corso di scadenza: l’attesa sulla proroga dell’opzione donna e dell’APE

Sembra invece più delicata la questione dei provvedimenti di pensionamento anticipato in fase di scadenza entro il termine del 2019. Il riferimento va a meccanismi di tutela come l’Opzione Donna o l’APE (alla fine dell’anno risultano purtroppo in scadenza sia la versione sociale che quella volontaria). Si tratta di misure che necessitano di un rinnovo per poter essere utilizzate anche nel 2020.

Su questi elementi pesa però l’incertezza data dal ritorno alle urne, a partire dalla possibilità di un esercizio provvisorio. Gli eventuali dispositivi di proroga erano infatti attesi all’interno della prossima Manovra, ma una concretizzazione in tal senso nel breve termine potrebbe risultare difficilmente coerente con i tempi necessari per la formazione del nuovo governo. Sulla vicenda sarà quindi necessario prestare la massima attenzione per monitorare in che modo evolverà la situazione.

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