Pensioni anticipate e Quota 100: il trend delle domande inviate scende dell’80%

Secondo le ultime elaborazioni sui dati in arrivo dall’Inps nell’ultimo semestre, le domande di accesso alla Quota 100 risultano in progressivo calo. Si passa dalle 3 mila pratiche alle attuali 500 domande giornaliere.

Pensioni anticipate e Quota 100: il trend delle domande inviate scende dell’80%

A sei mesi dall’effettiva introduzione del nuovo provvedimento di flessibilità nel nostro sistema previdenziale sembra che le domande di accesso alla pensione anticipata tramite Quota 100 stiano avendo un calo importante. Ad evidenziare il fenomeno sono gli stessi dati forniti dall’Inps, che parla di circa 500 richieste di pensionamento al giorno contro le 3-4 mila giornaliere ricevute poco dopo l’avvio della misura.

Il provvedimento (che prevede l’accesso flessibile all’Inps con almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione) ha totalizzato circa 162 mila domande, indicando sicuramente numeri importanti. Nonostante ciò, al momento è pressoché certo che le richieste sono inferiori alle stime iniziali, producendo di fatto un risparmio importante rispetto agli stanziamenti accantonati per far fronte al flusso di lavoratori in procinto di quiescenza.

Dal punto di vista strettamente statistico, all’ultima data delle rilevazioni (risalente allo scorso 22 luglio) le domande accolte sono circa il 50% di quelle effettivamente prese in carico. Vi è da aggiungere che il sistema permette comunque delle alternative per coloro che non dovessero riuscire a centrare i requisiti della Quota 100 o che dovessero vedersi respingere le proprie domande.

Uscite anticipate: i dettagli dell’Inps sulla nuova flessibilità previdenziale

Al fianco della Quota 100 restano attualmente in essere diverse misure di flessibilità, alcune delle quali in scadenza entro la fine dell’anno. Si va dall’Opzione Donna (in attesa di proroga nella legge di bilancio 2020) all’APE sociale, fino alla Quota 41 destinata ai lavoratori precoci che vivono particolari situazioni di disagio. Un pacchetto di provvedimenti che entro i prossimi 8 anni dovrebbe comunque arrivare a costare attorno ai 27 miliardi di euro.

È in questo senso che i risparmi sui minori flussi di pensionamento rispetto alle ipotesi iniziali possono avere un ruolo importante per l’esecutivo, visto che con la prossima legge di bilancio tornerà ad incombere anche lo scontro con i tecnici di Bruxelles in merito alla tenuta dei conti. Insomma, trovare la quadra tra le esigenze di maggiore flessibilità previdenziale e di sostenibilità nell’amministrazione del bilancio appare ancora oggi tutt’altro che semplice o scontato.

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