Pensioni anticipate e Quota 100: ecco perché sono previste 100 mila domande in meno

Dall’Inps arrivano nuovi commenti in merito alla sostenibilità dei conti previdenziali e alla diffusione delle pensioni anticipate tramite la Quota 100. Aggiornate le stime, previste 100 mila richieste di accesso in meno nel 2019 rispetto alle ipotesi iniziali.

Pensioni anticipate e Quota 100: ecco perché sono previste 100 mila domande in meno

Le ultime novità sulle pensioni ad oggi 5 luglio 2019 vedono arrivare nuove conferme dall’Inps in merito alla sostenibilità dei conti previdenziali nel lungo periodo ed all’impatto delle nuove opzioni di flessibilità rispetto ai vincoli di bilancio. Ad esprimere tranquillità in tal senso è stato lo stesso presidente dell’Istituto pubblico di previdenza, sottolineando che il sistema previdenziale italiano risulti stabile e sostenibile.

In tal senso, particolare attenzione è stata data alle pensioni anticipate tramite Quota 100, il meccanismo di recente approvazione che consente l’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di lavoro. Le previsioni iniziali della Ragioneria dello Stato in merito all’impatto della misura prevedevano infatti richieste per almeno 300 mila lavoratori, con un aggravio importante per le casse pubbliche.

Sul punto il commento di Pasquale Tridico evidenzia invece un impatto meno pesante per lo Stato. “Finora sono state presentate 150 mila domande per Quota 100, c’è stato un rallentamento e se continuerà questa crescita decrescente penso che a fine anno non si arriveranno a superare le 200 mila domande”, ha spiegato l’economista, indicando che si tratta di “100 mila in meno rispetto a quelle che erano state previste”.

Pensioni flessibili e quota 100: il bilancio pubblico resta sostenibile

Stante la situazione, se è vero che la nuova Quota 100 avrà un impatto meno importante per la flessibilità previdenziale, è altrettanto vero che questo fatto rappresenterà un elemento positivo per i conti del nostro Paese. Non è un caso se lo stesso Premier Giuseppe Conte ha evidenziato il punto come un elemento positivo nella lettera inviata recentemente alla Commissione UE, risultata determinante per evitare l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia.

D’altra parte, anche lo stesso Presidente Inps ha concluso il proprio intervento spiegando che con le attuali regole di pensionamento, l’età di uscita dal lavoro si attesta a 67 anni di età, mentre la scadenza della sperimentazione del meccanismo di pensionamento anticipato tramite la Quota 100 consente comunque di mantenere il comparto previdenziale “completamente sostenibile” nei prossimi anni.

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