Pensioni anticipate e Quota 100: anche nel 2020 trend al 29%, ecco perché i risparmi raddoppiano

Il nuovo meccanismo di accesso flessibile alle pensioni produrrà il prossimo anno risparmi simili a quanto avvenuto nel 2019. Secondo l’UpB, il tesoretto raddoppia, ma l’Inps frena sulle previsioni.

Pensioni anticipate e Quota 100: anche nel 2020 trend al 29%, ecco perché i risparmi raddoppiano

La sfida posta al sistema previdenziale dalle nuove pensioni anticipate si gioca tutta sui numeri, a partire da quella Quota 100 che molti lavoratori devono faticosamente raggiungere sommando almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione (parametro che resta fisso anche al crescere dell’età anagrafica). Gli ultimi dati in arrivo dall’Inps parlano di un trend inferiore alle attese ed alle stime effettuate dai tecnici in avvio del provvedimento (con una riduzione percentuale di circa il 29-30%).

Un fenomeno che da un lato può portare a delle analisi sull’effettiva inclusività ed efficacia della misura, ma che dall’altro pone certamente degli spunti interessanti rispetto alle politiche relative al bilancio pubblico ed al possibile contenimento dei costi. Proprio l’ufficio parlamentare di bilancio ha proposte nelle scorse ore le proprie stime in merito all’andamento della Quota 100 nel corso del 2020.

Secondo la relazione tecnica, anche per il prossimo anno non ci si dovrà attendere un accesso di massa alla nuova misura di prepensionamento. Al contrario, il numero dei richiedenti della Quota 100 dovrebbe fermarsi attorno ad un terzo della platea degli aventi diritto, proprio come avvenuto nel corso di quest’anno. Così, nel 2020 sono attesi circa 215 mila pensionamenti, contro i 303 mila inseriti nelle previsioni governative.

Le domande per la quota 100 rallentano, ma dall’Inps si frena sulle stime

Se i numeri evidenziati dall’ufficio parlamentare di bilancio fossero confermati, i risparmi derivanti dal minore flusso di domande potrebbero di fatto raddoppiare, sommandosi così quelli di entrambi i periodi (2019 e 2020). I calcoli dell’UpB sono tra l’altro riferibili ai dati comunicati dalla stessa Inps alla fine di giugno, stante che i tecnici non hanno accesso alle evidenze emergenti in tempo reale dal flusso di domande.

Dalla stessa Inps però si frena rispetto alla possibilità che il fenomeno possa replicarsi in modo identico anche nel corso del prossimo anno. Secondo il presidente Tridico, non è possibile anticipare il trend perché non è facile prevedere quali saranno le scelte individuali delle persone in ambito pensionistico. Molto dipenderà quindi dall’effettiva volontà dei singoli rispetto ad un’opzione di quiescenza disponibile in senso sperimentale perlomeno fino al 2021.

Continua a leggere su Fidelity News