Pensioni anticipate e opzione donna 2019: raggiunte quasi 10 mila domande

Con la proroga delle pensioni anticipate tramite opzione donna si riapre un canale importante per le lavoratrici che desiderano uscire dal lavoro prima dei 60 anni. Tante le richieste di accesso, ma le statistiche registrano anche i primi respingimenti.

Pensioni anticipate e opzione donna 2019: raggiunte quasi 10 mila domande

Nelle ultime settimane l’Inps ha fornito quasi quotidianamente dati aggiornati in merito alle richieste di pensionamento anticipato tramite la nuova quota 100, ma numeri interessanti sembrano essere stati prodotti anche dall’altra opzione di flessibilità dedicata alle donne e prorogata con l’ultima Manovra.

Il riferimento va ai prepensionamenti tramite la proroga dell’opzione donna, che garantisce alle lavoratrici uno scivolo preferenziale di uscita dal proprio impiego a partire dai 58 anni di età (59 anni nel caso siano presenti dei versamenti come autonome) ed almeno 35 anni di contribuzione. Certo, la possibilità presenta anche dei limiti da considerare con attenzione, a partire dal ricalcolo interamente contributivo che può comportare perdite importanti (e irreversibili) sull’entità del futuro assegno.

Le richieste di accesso alla pensione tramite la proroga dell’opzione donna hanno raggiunto quasi 10mila unità

A diffondere gli ultimi aggiornamenti statistici in merito alle richieste di prepensionamento tramite la proroga al 2019 dell’opzione donna è stato il Sottosegretario Claudio Durigon, spiegando che le richieste di accesso dalla pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale hanno raggiunto quasi le 10 mila unità. In particolare, finora sono arrivate all’Inps 9.765 domande, mentre i respingimenti per mancanza di requisiti o per compilazione incompleta hanno toccato le 1.100 unità.

Ricordiamo che per poter accedere alla misura è necessario aver maturato i requisiti di legge entro il 31 dicembre 2018, mentre le aventi diritto dovranno considerare che il legislatore ha previsto anche delle finestre di uscita di 12 mesi per la liquidazione degli assegni delle lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le lavoratrici autonome. A questo si aggiunge il ricalcolo contributivo della futura pensione che, come già detto, rende opportuno un calcolo di convenienza rispetto all’opportunità di aderire (ad esempio tramite le elaborazioni fornite da un patronato).

Infine, rispetto agli ultimi dati in arrivo dal Ministero del Lavoro, non sono mancati i commenti delle lavoratrici. L’amministratrice del CODS, Orietta Armiliato, ha recentemente manifestato, ad esempio, l’interesse ad approfondire le statistiche relative alle prime 10 mila domande, per conoscere in modo preciso le motivazioni del rigetto di 1.100 domande. La discussione sulla questione resta quindi ancora aperta.

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