Pensioni anticipate opzione donna, confermata la proroga al 2019: ma resta il ricalcolo contributivo

Con l’approvazione parlamentare del Decretone si conferma la proroga dell’opzione donna, ma resta il nodo dell’assegno più basso: ecco i nuovi dati in arrivo dal sondaggio del CODS.

Pensioni anticipate opzione donna, confermata la proroga al 2019: ma resta il ricalcolo contributivo

Il via libera del Parlamento al decretone rende definitivi i criteri di accesso anticipato alla quiescenza secondo la proroga al 2019 delle cosiddette “pensioni anticipate opzione donna”. Una misura che consente alle lavoratrici l’accesso all’Inps a partire dai 58 anni di età (un anno in più, cioè 59 anni, se autonome) e 35 anni di versamenti, purché i requisiti siano maturati entro il 31 dicembre dello scorso anno.

All’opzione si accompagna però il ricalcolo dell’assegno interamente contributivo, con la conseguenza di una perdita anche importante sul futuro importo erogato dall’Inps. Il calcolo tiene infatti conto esclusivamente dell’applicazione dei coefficienti di conversione in rendita del montante accumulato (quindi sugli effettivi versamenti). Un meccanismo che risulta tanto più penalizzante al diminuire dell’età.

Questo significa che attorno ai 60 anni la penalizzazione appare molto più decisa rispetto ad un pensionamento in età maggiormente avanzata con l’aggravio che la scelta appare irreversibile e che nel sistema contributivo puro non è previsto alcun adeguamento alla minima.

Il sondaggio del Comitato Opzione Donna Social

A conferma che la penalizzazione data dal ricalcolo interamente contributivo dell’assegno vi è il riscontro di un recente sondaggio lanciato dalla fondatrice del CODS Orietta Armiliato in merito alle donne che si sono trovate davanti alla scelta di dare seguito all’opzione di quiescenza.

Su di un campione di circa 200 lavoratrici, circa 160 hanno scelto di aderire all’opzione donna mentre altre 40 hanno rinunciato al prepensionamento. L’importo medio dell’assegno è corrisposto a 983,00 euro mensili, mentre la media ponderata offre come riscontro un emolumento pari a 870,00 euro.

Dalle risposte ottenute, purtroppo la condizione di queste lavoratrici è davvero complicata: o sono disoccupate di lunga data o hanno problemi di salute; poi ci sono state alcune che hanno dichiarato di accettare a prescindere senza farsi fare neppure la simulazione del conteggio, nell’analisi ovviamente non ne ho tenuto conto, ma segnalo a queste amiche la criticità di una scelta al buio”, ha commentato l’amministratrice del Comitato. Da ciò si evince che la possibilità di prepensionamento, posta in questi termini, pone certamente le lavoratrici davanti ad una scelta non semplice.

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