Pensioni anticipate e LdB2020: ecco come potrebbe funzionare l’APE rafforzata

Dopo il via libera al governo si concretizzano le possibilità di proroga dell’APE sociale e della versione volontaria. L’età chiave, per maturare la quiescenza anticipata, fissata a 63 anni.

Pensioni anticipate e LdB2020: ecco come potrebbe funzionare l’APE rafforzata

Le notizie in arrivo nelle ultime ore riguardo la formazione del nuovo governo confermano anche il probabile cambio di rotta sul fronte delle pensioni, con il ripensamento o la rimodulazione della Quota 100 che dovrebbe lasciare spazio ad un rafforzamento dell’APE. Salvo nuovi interventi, l’anticipo pensionistico risulta infatti al momento agli ultimi mesi di vita, visto che dovrebbe terminare la propria fase sperimentale alla fine del 2019.

Così non sarà, mentre in tutta evidenza le ultime dichiarazioni in arrivo dai tavoli tecnici danno per probabile un suo rafforzamento, al fianco di una trasformazione in senso strutturale della misura. D’altra parte, rispetto alla Quota 100, il provvedimento risulta particolarmente mirato verso coloro che vivono situazioni di disagio, mentre la platea dei potenziali beneficiari potrebbe essere estesa con un costo contenuto per le casse dell’Inps rispetto ad altre opzioni.

Bisogna aggiungere che tramite l’APE è possibile ottenere il prepensionamento già a partire dai 63 anni di età, mentre l’intero periodo di copertura risulta a carico della fiscalità generale. Il provvedimento non presenta quindi alcuna penalizzazione in capo al potenziale richiedente, visto il ruolo di ammortizzatore sociale e di accompagnamento alla pensione.

Riforma pensioni: i requisiti dell’APE sociale e volontaria e le ipotesi per il 2020

Stante la situazione appena descritta, per poter accedere all’APE sociale bisogna unire la maturazione del vincolo anagrafico (63 anni di età) con quello contributivo. Quest’ultimo si declina in almeno 30 anni di versamenti per i disoccupati che hanno utilizzato interamente la Naspi, i cosiddetti care-givers ed i disabili (con una invalidità certificata superiore al 74%). Servono invece 36 anni di versamenti per la quarta categoria, individuata negli addetti alle mansioni gravose e usuranti. 

Il rafforzamento dell’APE sociale potrebbe svilupparsi in due differenti modi. La prima strategia consiste nel rendere strutturale la misura, di fatto andando a modificare in senso definitivo le attuali regole di accesso alla pensione mentre, in secondo luogo, si potrebbe procedere nella estensione della platea dei potenziali richiedenti.

A lato è atteso anche un intervento utile a garantire la prosecuzione dell’APE volontaria e quindi della contestuale APE aziendale. Per entrambe, i parametri chiave sono rappresentati dai 63 anni di età e dai 20 anni di contribuzione. Nel primo caso, il costo dell’operazione ricade però sul richiedente (attraverso una trattenuta sul futuro assegno), mentre nel secondo caso verrà sostenuto dall’azienda.

Continua a leggere su Fidelity News