Pensioni anticipate dai 63 anni: attesa per la prosecuzione dell’APE sociale e volontaria

Tra le promesse del nuovo esecutivo per il 2020 c’è anche la prosecuzione dell’APE sociale, destinata ai lavoratori che vivono situazioni di disagio. Resta da sciogliere anche il nodo della versione volontaria.

Pensioni anticipate dai 63 anni: attesa per la prosecuzione dell’APE sociale e volontaria

L’attesa dei lavoratori per le riforme di flessibilità previdenziale da inserire nella nuova legge di bilancio 2020 non si concentra solo sulla proroga dell’opzione donna e sulla Quota 100. Tra le misure in scadenza alla fine del 2019 vi sono infatti anche l’APE sociale e la sua versione volontaria (a cui si collega anche quella aziendale, dove il costo è pagato dal datore di lavoro). I provvedimenti appaiono particolarmente importanti proprio in virtù della loro capacità di svincolare il pensionando rispetto alla stretta imposta dalla legge Fornero.

Con l’APE sociale è attualmente possibile ottenere l’uscita dal lavoro a partire dai 63 anni di età e con almeno 30-36 anni di versamenti, in base alla specifica situazione di disagio. Il provvedimento è in corso dal 1° maggio 2017 e (salvo un intervento del legislatore nella prossima manovra) scadrà ufficialmente il 31 dicembre 2019. È importante evidenziare che attraverso questo opzione non viene applicata nessuna penalizzazione al futuro assegno del lavoratore, che viene accompagnato fino alla maturazione della pensione di vecchiaia.

Tra le posizioni riconosciute dal legislatore per l’accesso all’APE sociale con 30 anni di versamenti ci sono i lavoratori che si trovano in stato di disoccupazione da più di 24 mesi, coloro che assistono da almeno 6 mesi un parente di primo grado con grave invalidità e coloro che hanno una riduzione della propria capacità lavorativa uguale o superiore al 74%. Infine, rientrano nella misura anche tutti coloro che hanno svolto negli ultimi 10 anni almeno 6 anni di attività gravose, potendo vantare complessivamente almeno 36 anni di versamenti.

Riforma pensioni 2020: l’attesa per la possibile proroga dell’APE volontaria

Con l’arrivo del nuovo anno i legislatori dovranno decidere anche un eventuale intervento di proroga dell’APE nella versione volontaria. Il provvedimento consente il pensionamento a partire dai 63 anni di età e con appena 20 anni di versamenti, garantendo fino al 90% dell’importo mensile del futuro trattamento pensionistico. Il prepensionamento è collegato in questo caso ad un prestito ponte.

Quest’ultimo elemento comporta la restituzione attraverso delle trattenute ventennali sul futuro assegno, che potranno comunque essere compensate grazie alle future rivalutazioni ed alle compensazioni previste attraverso un credito d’imposta annuo da recuperare con la dichiarazione dei redditi. Completata la restituzione, la pensione sarà corrisposta nella sua interezza. L’opzione non grava sulle casse pubbliche, motivo per il quale i lavoratori ne attendono una proroga anche ai prossimi anni.

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