Pensioni anticipate 2020: per Landini (Cgil) il problema “non è cancellare o confermare Quota 100”

Il segretario generale della Cgil torna sul tema della flessibilità previdenziale e sulla nuova Quota 100, spiegando che resta ancora molto da fare per l’accesso alla pensione delle donne e per la Quota 41 dei lavoratori precoci.

Pensioni anticipate 2020: per Landini (Cgil) il problema “non è cancellare o confermare Quota 100”

Dopo il recente stallo istituzionale, si sono moltiplicate le ipotesi di formazione di un nuovo governo, giallo – rosso, e con esse anche le possibilità di un cambio di rotta rispetto alle opzioni di flessibilità previdenziale avviate dal precedente esecutivo. Ad essere oggetto di accese discussioni è ovviamente la nuova Quota 100, ovvero il meccanismo di pensionamento anticipato avviato in senso sperimentale fino al 2021.

Il provvedimento consente l’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di versamenti, senza l’applicazione di penalizzazioni (ma con una perdita sull’assegno ordinario dovuta alla minore contribuzione). La norma prevede inoltre l’impossibilità di proseguire l’attività lavorativa dipendente o autonoma, attraverso la non cumulabilità della pensione con tali fonti di reddito (se non entro il limite di 5 mila euro annui derivanti da lavoro occasionale).

Sulla vicenda sono tornati spesso anche i sindacati, che non hanno mai accolto con entusiasmo la nuova Quota 100 soprattutto per la mancanza di inclusività della misura. Sono infatti molti i lavoratori che per via dei limiti nei requisiti anagrafici o in quelli contributivi non risultano purtroppo in grado di maturare l’accesso anticipato all’Inps con tale formula.

Landini (Cgil) sulla Quota 100: “il problema non è cancellare o confermare la misura”

Sulla questione è intervenuto recentemente anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, durante un’intervista rilasciata per il Corriere della Sera. All’interno della stessa, il sindacalista ha sottolineato innanzitutto che la vera questione non riguarda una conferma o una cancellazione della Quota 100, ma piuttosto l’avvio di una riforma del settore in grado di coinvolgere tutti i lavoratori.

A tal proposito “Cgil, Cisl e Uil sono per una riforma complessiva che assicuri una pensione di garanzia per i giovani, tuteli le donne, garantisca una flessibilità in uscita per chi ha 62 anni di età o 41 di contributi, separi la previdenza dall’assistenza e riconosca che non tutti i lavori sono uguali e che quindi ci sono diverse aspettative di vita”, ha infatti affermato il sindacalista, evidenziando che una riforma del settore avviata dal prossimo governo dovrebbe concretizzare tutti questi punti.

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