Pensioni anticipate 2019: già pagati 25 mila assegni con la quota 100, si va verso le 50 mila liquidazioni

Con il mese di aprile le nuove pensioni flessibili hanno registrato il via libera dei primi assegni maturati tramite la quota 100: atteso il raddoppio ad inizio maggio 2019, mentre prosegue il monitoraggio dei flussi da parte dell’Inps.

Pensioni anticipate 2019: già pagati 25 mila assegni con la quota 100, si va verso le 50 mila liquidazioni

Con l’avvio del mese di aprile sono arrivati anche i primi pagamenti legati alle richieste di accesso anticipato alla quiescenza tramite la quota 100. Si tratta di circa 25 mila pratiche inviate da lavoratori che hanno maturato almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione (o in alternativa 59 anni di età e 35 anni di versamenti nel caso in cui sia stato presente l’appoggio di un fondo di solidarietà).

La conferma arriva dall’Inps, che negli scorsi giorni ha aggiornato anche il quadro complessivo delle lavorazioni riguardanti il primo trimestre (le quali hanno toccato le 116 mila unità, come già evidenziato in un nostro precedente articolo). Da notare anche che entro l’inizio di maggio 2019 il dato legato alla quota 100 sembra destinato a raddoppiare, visto che sarebbero in arrivo ulteriori 25 mila liquidazioni.

Dati coerenti rispetto alla relazione tecnica legata alla legge 26/2019

Nel merito della vicenda, può essere importante sottolineare che al momento il dato risulta in linea con le coperture previste dall’esecutivo all’interno della relazione tecnica collegata inizialmente al decreto numero 4 del 2019 e successivamente alla legge n. 26/2019. Secondo le stesse stime, entro la fine dell’anno con la quota 100 si dovrebbero toccare i 100 mila assegni nella PA ed altri 102 mila nel settore privato, mentre i lavoratori autonomi in uscita sono stimati attorno alle 88 mila unità.

Al momento, gli ultimi dati resi disponibili dall’Inps parlano di circa 116 mila domande inviate, delle quali due terzi corrispondono a lavoratori dipendenti. Vi è da aggiungere anche che non tutte le domande potrebbero trasformarsi in assegni pensionistici, visto che dovranno passare per la verifica dei requisiti.

Bisogna inoltre considerare che i lavoratori del comparto scolastico attualmente non rientrano nelle statistiche appena citate, visto che i primi assegni sono soggetti ad una finestra semestrale decisa dal legislatore per garantire la continuità del servizio pubblico e l’avvio dei concorsi (a garanzia del turn over).

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