Pensioni 2018, ecco come uscire prima dal lavoro

Nonostante sia in corso di avvio la nuova flessibilità previdenziale esistono già oggi degli strumenti che permettono di anticipare l'uscita dal lavoro.

Pensioni 2018, ecco come uscire prima dal lavoro

Le ultime novità sul settore previdenziale si concentrano sulla nuova flessibilità in avvio con la quota 100, ma non tutti sanno che attualmente esistono già degli strumenti di pensionamento anticipato, alcuni dei quali potrebbero terminare a breve la propria efficacia. Per fare un quadro corretto della situazione, dobbiamo però partire dagli attuali criteri di quiescenza, che prevedono secondo la pensione ordinaria (conosciuta anche come “di vecchiaia”) la maturazione di almeno 66 anni e 7 mesi, assieme a 20 anni di contribuzione.

Con le precedenti Manovre è stata infatti avviata la cosiddetta quota 41, la quale permette appunto il pensionamento di alcune specifiche tipologie di lavoratori precoci indipendentemente dall’effettiva età anagrafica. In questo specifico caso è necessario però aver conseguito almeno un anno di versamenti prima del 19mo anno di età, oltre a rientrare tra le specifiche categorie previste dal legislatore. In alternativa è sempre possibile accedere alla cosiddetta pensione anticipata (in precedenza conosciuta come pensione di anzianità), che però prevede la maturazione di almeno 42 anni e 10 mesi (un anno in meno per le donne).

Gli altri meccanismi di pensionamento anticipato

Le regole di pensionamento, con l’uscita di vecchiaia appena esposte valgono per gli iscritti al sistema misto. Chi aderisce al cosiddetto sistema contributivo puro può ottenere un’uscita agevolata già a partire dai 63 anni di età, purché abbia maturato almeno 20 anni di contribuzione e disponga di un importo minimo non inferiore a 2,8 l’assegno minimo dell’Inps. In questo particolare caso rientrano tutti coloro che hanno iniziato a versare contributi successivamente alla data del primo gennaio 1996. In alternativa, resta anche possibile il pensionamento di vecchiaia con appena 5 anni di versamenti, seppure al raggiungimento dei 70 anni e 7 mesi di età.

Infine, fino al termine dell’anno in corso è possibile usufruire anche dell’APE sociale, un’agevolazione pensata per chi vive situazioni di difficoltà in modo simile a quanto avviene nel caso della quota 41.  Con questa opzione è possibile ottenere l’uscita a partire dai 63 anni di età e dai 30-36 anni di versamenti, purché si rientri tra i casi di tutela e non si risulti già titolari di un assegno diretto. Tra i destinatari ci sono ad esempio i disoccupati, i caregivers, gli invalidi civili e una parte della platea di chi ha svolto lavori usuranti. Chi fosse interessato a quest’ultimo provvedimento deve però informarsi con tempestività, visto che risulta in scadenza al termine dell’anno e non vi è certezza circa un eventuale rinnovo.

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