Pensioni anticipate con Quota 100: ecco chi potrebbe beneficiarne

Si continua a discutere sulle nuove pensioni flessibili tramite la quota 100, mentre le ultime stime parlano di centinaia di migliaia di lavoratori potenzialmente coinvolti nella misura. Ma molte donne potrebbero risultare escluse.

Pensioni anticipate con Quota 100: ecco chi potrebbe beneficiarne

Secondo le ultime proiezioni tecniche i lavoratori che potrebbero risultare potenzialmente coinvolti dalla quota 100 sarebbero oltre 600mila. È quanto indicato dalla società di ricerca ed elaborazione Tabula, condotta dall’esperto di previdenza Stefano Patriarca. D’altra parte, gli ultimi parametri indicati a riferimento della misura prevedono un ulteriore abbassamento del requisito anagrafico, passato dagli iniziali 64 anni ai più attuali 62 anni.

Quest’ultimo dato implica un contestuale innalzamento del requisito contributivo (che sale quindi di due anni per raggiungere quota 38). Il salto di qualità consiste nel consentire a molti lavoratori precoci di ottenere la quiescenza prima della maturazione dei requisiti del pensionamento anticipato (attualmente fissati a 43 anni e 3 mesi, un anno in meno per le donne).

Pensioni flessibili e nuova Quota 100: verso il raddoppio delle uscite

Tenendo presente il quadro della situazione appena descritta, appare quindi chiaro che i nuovi criteri amplierebbero notevolmente la platea dei potenziali beneficiari, addirittura più che raddoppiando le uscite possibili rispetto alla situazione antecedente. Secondo i rilievi dei tecnici, a trarne maggiore beneficio sarebbero i cosiddetti baby boomers, cioè persone residenti prevalentemente al nord Italia ed entrati da giovani nel mercato del lavoro.

Ma si tratta anche di lavoratori che nella maggior parte dei casi hanno avuto la “fortuna” di mantenere una buona continuità lavorativa, ad esempio non cambiando spesso lavoro e non incorrendo in periodi di inoccupazione. Parametri che si legano con la stabilità complessiva di carriera, che arriva comunque a rasentare i quattro decenni di attività. In fondo, si parla di persone che risultavano particolarmente penalizzate dall’irrigidirsi dei criteri di uscita con le pensioni di anzianità.

Resta il fatto che nonostante il passo in avanti, la misura non può certo essere considerata come risolutiva. Ad essere ancora una volta escluse sono ad esempio le donne, che in molti casi hanno vissuto una carriera discontinua e che dovendosi dedicare anche al lavoro di cura non riescono a centrare i parametri della nuova quota 100. Non deve quindi stupire che quasi l’80% dei futuri pensionati tramite questa nuova opzione apparterrà al genere maschile.

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