Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, introduce il DEF (che il Consiglio dei Ministri ha approvato il 24 aprile scorso) con un preambolo: “I sacrifici che gli italiani stanno sostenendo sono elevatissimi, le perdite umane assai dolorose, l’impegno di finanza pubblica senza precedenti. Verranno sicuramente tempi migliori e l’Italia dovrà allora cogliere appieno le opportunità della ripresa mondiale con tutta la maturità, coesione, generosità e inventiva che ha mostrato in queste difficili settimane.“
Per chi non ne fosse a conoscenza, il DEF (Documento di Economia e Finanza) è un documento previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (L.96/2009) all’interno del quale il Governo inserisce le politiche che intende adottare sulla base di previsioni di crescita. Quello del 2020 risulta essere il più importante rispetto ai precedenti approvati, proprio per la particolare e drammatica situazione in cui versa il Paese, sia in termini sanitari sia guardando all’aspetto economico e finanziario.
Gli scenari previsti si riferiscono al periodo che va dal 2020 al 2021, e sono del tutto in linea con il resto dei paesi europei, posticipando la presentazione del Programma Nazionale di Riforma (il quale deve essere presentato da ciascun Stato Membro e deve riguardare misure macroeconomiche e di politica di bilancio, riforme strutturali e microeconomiche, e politiche del lavoro).
Lo scenario economico, se viene visto in confronto a quello che si stava abbozzando, ha condotto la supposizione del Prodotto Interno Lordo per l’anno in corso ad una recessione di 0,8 punti percentuali, e con un indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche del 10,4% del PIL. Il DEF 2020 prevede, a tal proposito, un rilancio economico con una crescita del PIL pari al 4,7%.
All’interno del decreto che tutti attendono, il Governo, oltre agli interventi del cosiddetto “Cura Italia“, alle misure di sostegno nei confronti di famiglie e imprese, ma anche di aiuto al sistema sanitario, includerà la cancellazione degli aumenti dell’IVA e delle accise che sono previste per gli anni avvenire.
Il ministro Gualtieri ha concluso il suo intervento sostenendo che questi saranno gli elementi basilari di una strategia che potrebbe portare al miglioramento dei saldi di bilancio e che potrebbe altresì aiutare la riduzione del rapporto debito/PIL nei prossimi dieci anni.