Villa Pamphili, nuova perizia: segni sospetti sul collo di Anastasia

La nuova consulenza sulla salma di Anastasia Trofimova ha evidenziato segni compatibili con una pressione esercitata sulla carotide, dettaglio che rafforza l’ipotesi di un intervento esterno nella fine della giovane. Intanto, la Procura prosegue nel contestare a Francis Kaufmann la responsabilità per la scomparsa di Anastasia e della sua bambina, basandosi su una ricostruzione che punta a chiarire in modo definitivo il ruolo dell’uomo nei drammatici eventi accaduti nei pressi di Villa Pamphili.

Villa Pamphili, nuova perizia: segni sospetti sul collo di Anastasia

Le indagini sul caso di Anastasia Trofimova, la giovane donna russa trovata senza vita all’interno del parco di Villa Pamphili, conoscono un nuovo sviluppo che potrebbe rivelarsi cruciale. A destare attenzione, secondo quanto trapelato nelle ultime ore, sarebbero alcuni segni appena percettibili riscontrati sulla carotide della 28enne.

Questo dettaglio, emerso nel corso degli approfondimenti medico-legali, ha spinto la Procura – guidata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dal pubblico ministero Antonio Verdi – a disporre una nuova consulenza per verificare l’origine di quelle tracce, nel tentativo di chiarire definitivamente le cause del decesso.

Anastasia era scomparsa la sera del 3 giugno, dopo essere stata vista per l’ultima volta in compagnia di Francis Kaufmann. L’uomo è attualmente al centro dell’indagine per la responsabilità della scomparsa di Anastasia e della sua bambina, anch’ella ritrovata senza vita poco distante, in circostanze che avevano subito sollevato inquietanti interrogativi.

In particolare, sul corpo della piccola erano stati individuati elementi più evidenti e circostanziati, mentre nel caso della giovane madre i riscontri sono rimasti, finora, meno chiari. La nuova consulenza si concentrerà proprio sul punto più delicato dell’intero fascicolo: quei segni quasi invisibili sulla carotide potrebbero rappresentare una svolta, se collegati a un’azione esterna, ma al momento non ci sono certezze.

Parallelamente, i consulenti nominati dalla magistratura analizzeranno anche circa quaranta reperti prelevati nei pressi del luogo del ritrovamento, nella speranza di rilevare tracce biologiche o impronte che possano ricostruire con maggiore precisione quanto accaduto.

Particolarmente significativa è stata anche l’osservazione riportata dal giudice nell’ordinanza di arresto: sia Anastasia sia la sua bambina sono state trovate prive di abiti, dettaglio che – unito alla prossimità geografica dei corpi – lascia supporre un nesso diretto tra i due casi e l’eventuale coinvolgimento di una stessa persona.

A complicare ulteriormente il quadro investigativo, però, resta il vuoto di quattro giorni tra la scomparsa della donna e il rinvenimento dei corpi, durante il quale potrebbero essersi disperse prove essenziali. Secondo quanto emerso da alcune testimonianze, Francis Kaufmann avrebbe avuto in passato comportamenti preoccupanti nei confronti di Anastasia, con interventi già documentati da parte delle forze dell’ordine.

Questo passato burrascoso pesa ora come un’ombra sull’intera vicenda, rendendo ancora più importante il lavoro dei periti. Nonostante le difficoltà legate al tempo trascorso e alla natura degli indizi, la Procura prosegue con determinazione. La speranza è che le analisi in corso possano finalmente offrire risposte concrete e colmare le lacune rimaste aperte in un’indagine che ha profondamente colpito l’opinione pubblica.

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