Siamo stati aggrediti e costretti a cambiare destinazione”: è la dichiarazione sconvolgente rilasciata dai membri degli equipaggi Napoli 1 e 2 dell’ASL Napoli 1 dopo una notte di tensione e furia. L’episodio è avvenuto intorno alle 2:00 del mattino, quando la postazione del 118 presso l’ospedale San Giovanni Bosco ha ricevuto una chiamata d’emergenza per un sinistro stradale in via detta Casoria, nel quartiere San Pietro a Patierno.
Sul luogo del sinistro si trovava già l’ambulanza INDIA dell’ASL Napoli 2 di Casoria, i cui operatori erano stati colpiti dal marito della donna, che ha colpito con uno schiaffo l’autista dell’ambulanza, come ha denunciato l’associazione ‘Nessuno Tocchi Ippocrate’. Tuttavia, l’uomo non si è fermato lì: all’arrivo della seconda ambulanza medicalizzata del San Giovanni Bosco, l’uomo si è scagliato anche contro il nuovo equipaggio, prendendo a schiaffi e pugni sia l’autista-soccorritore sia l’infermiere.
In uno scatto di ulteriore furia e senza alcun riguardo per la sicurezza dei sanitari, l’uomo è salito a bordo del vano sanitario e ha ordinato al personale di portare la moglie al CTO, anziché al Cardarelli, destinazione inizialmente indicata dalla centrale operativa. Secondo le prime ricostruzioni, l’intervento sarebbe stato richiesto più per questioni legate a risarcimenti assicurativi che per la reale gravità della situazione.
La coinvolta, infatti, presentava conseguenze non gravi, ma la richiesta di intervento del 118 ha avuto conseguenze serie per chi avrebbe potuto avere necessità immediata del servizio di soccorso.L’uomo ai danni dei soccorritori ha provocato una forte reazione nella comunità e tra le organizzazioni di tutela del personale sanitario, in particolare l’associazione ‘Nessuno Tocchi Ippocrate’, che da tempo si batte per garantire la sicurezza di medici e operatori del 118.
Questi episodi, sottolinea l’associazione , non sono solo affondi a persone che dedicano la vita a salvare gli altri, ma rappresentano un pericolo per la comunità stessa, sottraendo ambulanze e risorse vitali a chi potrebbe trovarsi in pericolo di vita.’L’accaduto è ora al vaglio delle forze dell’ordine, mentre si moltiplicano gli appelli a prendere misure più incisive per proteggere gli operatori sanitari, specie durante gli interventi sul territorio che possono essere altamente imprevedibili e rischiosi. Eventi come questo mettono in evidenza l’urgenza di garantire un contesto operativo sicuro per il personale medico in prima linea, spesso esposto a violenze e ricatti durante il servizio di emergenza.”