Torino, il mistero della bara abbandonata accanto al cassonetto dei rifiuti

Nel quartiere Barriera di Milano a Torino, il ritrovamento di un coperchio di bara con codice di ritiro abbandonato accanto a un cassonetto Amiat ha scatenato ironia e interrogativi.

Torino, il mistero della bara abbandonata accanto al cassonetto dei rifiuti

A Torino, in via Sempione all’angolo con via Paisiello, la quotidianità della raccolta dei rifiuti urbani ha assunto contorni quasi surreali. Accanto a un cassonetto dell’Amiat è stato infatti abbandonato un oggetto insolito e fuori dal comune: il coperchio di una bara in legno. Non si tratta di un gesto estemporaneo o di un semplice rifiuto ingombrante, perché sul legno era ben visibile un foglio con un codice di prenotazione valido per il ritiro da parte del servizio dedicato agli ingombranti.

Un’immagine che ha rapidamente catturato l’attenzione, diventando virale sui social network e scatenando una miriade di reazioni tra ironia, stupore e disagio. Il quartiere Barriera di Milano, spesso teatro di episodi in bilico tra degrado e stranezza, questa volta si è trovato al centro di un piccolo mistero urbano.

Le foto della bara abbandonata, scattate da alcuni passanti, hanno fatto rapidamente il giro del web, accompagnate da commenti pungenti e sarcastici. C’è chi ha ironizzato dicendo che «il contenuto sarà nell’umido», mentre altri hanno scherzato su improbabili «cambi di programma». La situazione è stata ulteriormente amplificata da un post pubblicato dalla presidente di Amiat, che ha rilanciato lo scatto con un semplice e ironico «BuongiorNO!», sottolineando la stranezza del ritrovamento.

Ma da dove arriva questa bara? Chi ha davvero prenotato il suo ritiro? Il mistero resta fitto, nonostante il codice presente sembri autentico e coerente con le procedure del servizio di raccolta degli ingombranti. Amiat ha però smentito di aver ricevuto una segnalazione specifica relativa a una bara, spiegando che probabilmente l’oggetto è stato catalogato genericamente come “legno”.

Resta aperta la possibilità che si tratti di un equivoco, di un gesto provocatorio o magari di un pezzo di scenografia teatrale finito nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Nessuno ha rivendicato la “dimenticanza”, e poco dopo la viralizzazione delle immagini, il coperchio è misteriosamente sparito. Probabilmente rimosso da Amiat o da chi lo aveva abbandonato, forse pentito della trovata.

Questo episodio grottesco non è però solo una curiosità da social: mette in luce una problematica reale e più ampia legata alla gestione del decoro urbano in alcune zone di Torino, dove l’abbandono di rifiuti ingombranti è una piaga persistente. Materassi, mobili e ora anche bare, abbandonati illegalmente, testimoniano quanto sia ancora difficile mantenere ordine e rispetto degli spazi pubblici. In attesa di capire se la bara tornerà a farsi vedere, resta l’immagine di una città capace di trasformare anche un gesto macabro in un fenomeno social, tra sarcasmo e imbarazzo. A Torino, sembra che persino i “morti” debbano sottostare a una lunga trafila burocratica, fatta di prenotazioni e codici da barrare, prima di poter essere smaltiti.

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