Sulla Sacra Sindone sangue vero di una persona torturata

Uno nuovo studio italiano sulle macchie presunte di sangue della Sindone contraddice la ricerca del mese scorso la quale asseriva che le macchie erano false: "Colore alterato a causa dei raggi ultravioletti del sole, ma è emoglobina".

Sulla Sacra Sindone sangue vero di una persona torturata

Un nuovo studio italiano sulla Sacra Sindone di Torino indica che il sangue ivi presente è vero ed è di una persona effettivamente torturata. Un sangue antico dovrebbe essere marrone, invece quello della Sindone è rosso. Questo perché il telo sembra essere stato esposto alla luce ultravioletta, quindi al sole, che ne ha ovviamente alterato il colore.

La ricerca è stata pubblicata su Applied Optics ed è stata effettuata dal gruppo coordinato da Paolo Di Lazzaro, dell’Enea e vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia. Questa nuova ricerca è stata fatta a meno di un mese da un’altra ricerca, fatta sullo studio delle colature ematiche, che dimostrava che almeno la metà delle macchie di sangue sarebbe stata falsa, proprio mentre Torino si sta preparando alla mini Ostensione del lenzuolo – da tradizione cristiana ritenuto il sudario che ha avvolse Gesù Cristo – prevista venerdì 10 agosto e riservata a ben 2mila giovani.

Grazie all’analisi della Sindone, fatta dai ricercatori durante l’Ostensione del 2015 i ricercatori fecero un’analisi con una tecnica ottica per individuare la composizione dei materiali. Con questa tecnica è stato visto che nel sangue del telo è presente la metaemoglobina – prodotto della degradazione dell’emoglobina fortemente ossidata e invecchiata.- quindi ciò conferma che si tratta di sangue antico.

Lo avevano dimostrato anche le ricerche degli anni ’80 che avevano individuato composti tipici del sangue: il siero e grandi quantità di bilirubina ha detto Paolo Di Lazzaro, aggiungendo poi che il sangue del telo è ricco di bilirubina e spiegando che questo avviene in due casi: nel caso di una persona malata di ittero e in quello di una persona percossa duramente. Infatti, nel caso di una persona percossa duramente nel sangue si rompono i globuli rossi e il fegato rilascia bilirubina.

Tenuto conto di questo fatto, Paolo Di Lazzaro prosegue spiegando il suo obiettivo è, inoltre, capire perché il sangue presente sul telo è rosso e non marrone, come dovrebbe essere un sangue antico e ossidato. Proprio a questo scopo, i ricercatori di Di Lazzaro hanno fatto un esperimento – durato 4 anni – usando un sangue compatibile con quello presente sulla Sindone. Prosegue Paolo Di lazzaro dicendo che i ricercatori hanno usato il sangue di una persona malata di ittero, perché contiene grandi dosi di bilirubina e dopo aver impregnato un telo di lino con questo sangue, hanno irraggiato il telo con luce ultravioletta – compatibile con la luce del Sole – e hanno così visto che “l’interazione tra raggi ultravioletti e bilirubina altera il colore delle macchie”.

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