Sacra Sindone, metà delle macchie di sangue presenti sarebbero false

Da anni si parla di dubbi sull'autenticità della Sacra Sindone ma oggi, un nuovo studio, sembra avvalorare questa tesi. Vediamo nel dettaglio.

Sacra Sindone, metà delle macchie di sangue presenti sarebbero false

I due studiosi Luigi Garlaschelli, chimico del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze e Matteo Borrini, antropologo forense dell’Università di Liverpool hanno intrapreso un nuovo studio sia sulla Sindone che sulle macchie di sangue. Sono noti ormai da anni i numerosi dubbi sulla veridicità del lenzuolo e sulla tradizione religiosa che racconta come il sudario abbia avvolto il corpo di Gesù.

La Sacra Sindone è presente a Torino e anni fa rischiò addirittura di andare distrutta in un incendio nella notte tra 11 ed il 12 aprile del 1997 quando il fuoco distrusse completamente la cupola della Chiesa. Proprio Borrini, con un’intervista all’Adnkronos ha voluto spiegare come si sono svolti gli studi. Partendo infatti da fotografie in scala reale, quindi in altissima risoluzione, attraverso l’analisi delle tracce ematiche, così come si fa sulla scena di un crimine, si è potuto appunto verificare come le macchie potevano essersi formate, in base alle incontrovertibili leggi della fisica.

Garlaschelli ha invece spiegato all’agenzia Agi che grazie proprio all’analisi degli schizzi di sangue si è potuto dimostrare che la quasi totalità delle macchie sulla Sindone non sono compatibili con nessuna posizione di un corpo umano, né crocifisso e né supino nel sepolcro. Sono anni ormai che Garlaschelli studia il sudario prestandosi spesso anche personalmente: “Abbiamo fatto varie prove sia sul mio corpo che usando un manichino e non abbiamo alcun dubbio che le macchie somigliano più a pennellate che a colature vere di sangue“.

Le prove in effetti si sono svolte utilizzando una sacca di sangue attaccata al braccio di Garlaschelli e attraverso una cannula è stato fatto colare del sangue sul dorso della sua mano. Lo studioso ha cercato di spostare il braccio in diverse angolazioni e solo in questo modo si è capito che le macchie sul dorso della mano potrebbero essere verosimili mentre i rivoletti di sangue che sarebbero dovuti cadere dagli avambracci non risulterebbero verticali rispetto alla testa come invece risulta sul lenzuolo.

E’ stata anche analizzata la striscia di sangue all’altezza dei reni, che si pensava fosse provocata dal sangue fuoriuscito dalla ferita al costato quando il corpo era stato adagiato nel sepolcro: “I nostri test su un manichino, invece, dimostrano che se fosse stato proprio così la macchia di sangue non dovrebbe trovarsi in corrispondenza dei reni, ma nella regione della scapola“. Da questi risultati dunque secondo Garlaschelli la Sindone è troppo bella per essere vera e i dubbi dunque rimangono.

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