Sinistro a Pinarella di Cervia: Lerry Gnoli positivo a sostanze stupefacenti coinvolto nella scomparsa di una turista

Lerry Gnoli, già condannato per un precedente episodio legato all’uso di sostanze stupefacenti, ha investito con una ruspa la 66enne Elisa Spadavecchia sulla spiaggia di Pinarella di Cervia.

Sinistro a Pinarella di Cervia: Lerry Gnoli positivo a sostanze stupefacenti coinvolto nella scomparsa di una turista

Il 24 maggio, sulla battigia di Pinarella di Cervia, sul litorale ravennate, si è verificato un episodio che ha segnato profondamente la comunità locale e non solo. Elisa Spadavecchia, turista vicentina di 66 anni e insegnante in pensione, ha perso la vita a causa di un evento che coinvolge Lerry Gnoli, 54 anni.

Mentre operava con una ruspa per spianare la spiaggia, durante una manovra in retromarcia, ha colpito la donna causandone il decesso immediato. Gnoli aveva inizialmente negato di trovarsi sotto l’influsso di alcol o sostanze, ma l’esame tossicologico ha evidenziato la presenza di una sostanza stupefacente nel suo organismo, la stessa riscontrata in un precedente episodio significativo.

Nel 2022, Gnoli era stato condannato in via definitiva a due anni e mezzo di reclusione per un evento analogo che coinvolse Giuseppe Quercioli, un anziano di 83 anni. In quell’occasione, le circostanze si erano concluse con la morte dell’uomo, e per questo motivo la sua patente era stata revocata.

Nonostante ciò, il 24 maggio Gnoli si trovava nuovamente alla guida della ruspa. Con grande rammarico, Gnoli ha ammesso la sua responsabilità, spiegando di essersi reso conto subito di quanto accaduto grazie alle urla di un bagnino presente in zona. «Sono consapevole della mia colpa e mi stringo attorno alla famiglia in questo momento difficile», ha dichiarato.

L’uomo ha aggiunto di essere stato autorizzato a effettuare i lavori sulla spiaggia, sostenendo di possedere le abilitazioni necessarie per condurre quel tipo di mezzo, sebbene la patente gli fosse stata revocata. L’avvocato Vittorio Manes, legale di Gnoli, ha precisato che l’attività svolta rientrava in un accordo con più soggetti per intervenire sulla spiaggia dopo eventi metereologici avversi o mareggiate.

Tuttavia, non sono state fornite ulteriori informazioni sull’identità di tali soggetti, lasciando ancora aperti interrogativi riguardo alla supervisione e organizzazione dei lavori. L’episodio ha suscitato una reazione forte e condivisa, anche in relazione al precedente caso che aveva coinvolto la famiglia di Giuseppe Quercioli.

Caterina Fedi, nipote di Quercioli, ha espresso il suo disappunto e la sua tristezza sui social, sottolineando come «non sia accettabile che la stessa persona abbia causato due eventi tanto gravi in tempi diversi». Questo caso mette in evidenza la necessità di rafforzare i controlli sulle condizioni di chi opera con mezzi pesanti in ambienti pubblici e sensibili come le spiagge. Garantire una gestione trasparente e rigorosa delle autorizzazioni è fondamentale per tutelare la sicurezza di tutti. La vicenda di Gnoli invita a riflettere con attenzione sull’importanza della prevenzione e della responsabilità, affinché simili episodi non possano ripetersi.

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