Silvia Romano. Lanciati cocci di bottiglia sull’edificio in cui vive la ragazza con la famiglia: la scientifica indaga

Alcuni cocci di bottiglia sono stati lanciati sul palazzo dove abita Silvia Romano insieme alla sua famiglia, a Milano. La scientifica è intervenuta sul posto e sta indagando.

Silvia Romano. Lanciati cocci di bottiglia sull’edificio in cui vive la ragazza con la famiglia: la scientifica indaga

Non si placano le polemiche su Silvia Romano, la giovane cooperante da poco liberata, e un fatto accaduto nei suoi confronti sta facendo discutere. Contro il palazzo dove abita con la sua famiglia sono stati lanciati dei cocci di bottiglia. Sul posto è intervenuta la polizia scientifica che sta facendo i rilievi dentro l’appartamento al piano di sotto rispetto a dove abita la Romano.

Silvia è stata liberata dopo 18 mesi di prigionia e lunedì finalmente è potuta tornare a casa. La giovane è stata sequestrata e nascosta fra i territori di Kenya e Somalia. Ad accorgersi dei cocci di bottiglia pare sia stata proprio la famiglia che vive nell’appartamento al piano di sotto rispetto a dove sta la famiglia Romano.

I vetri sono stati rinvenuti vicino a una finestra, ma c’è stato anche un tentativo da parte di qualche malintenzionato di entrare furtivamente nel palazzo. Si tratterebbe di un uomo egiziano che pare volesse invece manifestare alla Romano la propria solidarietà.

Nel frattempo, gli investigatori del Ros di Milano stanno indagando sui numerosi messaggi social inviati a Silvia Romano e pieni di frasi velenose, che mostrano odio e astio nei suoi confronti. Si tratta di decine di messaggi aventi lei come oggetto e che rivelano disapprovazione per la scarcerazione e per la sua conversione all’Islam. La terribile esperienza per la giovane è iniziata non appena ha messo piede a Milano. Infatti, subito dopo, sono iniziate le manifestazioni di polemica nei suoi riguardi.

Dopo essere atterrata sul suolo milanese, la giovane è stata comunque sentita in procura per diverse ore, per chiarire i vari aspetti oscuri di questa indagine. Gli investigatori stamane, alla luce di questi altri fatti, si sono recati in via Casoretto per sentire lei e la famiglia sulla vicenda dei cocci di bottiglia.

Era presente anche il comandante del Ros, Andrea Leo, e la visita è durata circa mezz’ora. Adesso si cerca di individuare gli autori delle minacce e delle intimidazioni online.

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