Serrande abbassate e silenzio: la chiusura dell’Hotel Milano Scala lascia trenta famiglie senza futuro

La chiusura improvvisa dell’Hotel Milano Scala ha lasciato senza lavoro trenta dipendenti, tra proteste e testimonianze di abbandono: “Siamo stati trattati come scarti, senza spiegazioni né tutele”.

Serrande abbassate e silenzio: la chiusura dell’Hotel Milano Scala lascia trenta famiglie senza futuro

Una delle realtà alberghiere più prestigiose del centro storico milanese ha spento le luci senza preavviso. L’Hotel Milano Scala, quattro stelle lusso noto per essere stato il primo hotel a emissioni zero in città e vincitore nel 2018 del programma Sky4 Hotel” con Bruno Barbieri, ha chiuso improvvisamente i battenti lo scorso 20 giugno.

Il silenzio con cui è calato il sipario su questa eccellenza dell’hotellerie meneghina ha lasciato l’amaro in bocca a trenta lavoratori, che oggi si ritrovano senza un impiego e senza una comunicazione ufficiale che spieghi cosa sia realmente accaduto. Greta, addetta alla reception, racconta che già da settimane si erano percepiti segnali allarmanti: prenotazioni bloccate, voci insistenti tra i corridoi. Ma nessuna riunione, nessuna nota ufficiale, nessuna convocazione da parte della proprietà.

Non ci hanno mai informato di nulla, neppure un documento scritto. Siamo stati semplicemente lasciati a casa, senza preavviso. Siamo diventati invisibili”, dichiara, con voce scossa, a testimonianza di un disagio che va ben oltre la perdita del lavoro. drammatica anche la testimonianza di Violetta, responsabile del servizio colazioni, madre single e dipendente storica della struttura. “Ho lavorato lì fin dall’apertura, ho dato tutto per questo albergo. Anche quando mio figlio stava male, non ho mai saltato un turno. E adesso mi ritrovo senza nulla, senza nemmeno sapere che quel venerdì sarebbe stato il mio ultimo giorno”.

Le sue parole racchiudono lo sconcerto di una comunità di lavoratori che, dall’oggi al domani, si è vista privata di ogni certezza. La nuova proprietà – una holding riconducibile a una delle famiglie più influenti della città – ha scelto una strategia che, secondo i sindacati, appare fredda e calcolata. Come spiegato dalla Cisl Fisascat, i dipendenti non sarebbero stati formalmente licenziati ma messi in una sorta di limbo tramite il ricorso al Fondo di integrazione salariale.

Una mossa che, secondo i lavoratori, avrebbe lo scopo di indurli alle dimissioni spontanee per evitare gli oneri del licenziamento. Gianmarco, rientrato in Italia dopo anni di lavoro all’estero proprio per entrare nello staff dell’hotel, parla di “trattamento umiliante”, di promesse disattese e di sogni spezzati. Rodrigo, chef del ristorante citato nella guida Michelin, aggiunge: “Mi sono sempre comportato da professionista. Ora, con una casa da pagare e un figlio a cui pensare, mi trovo senza nulla”.

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