Sequestrata e violentata per 12 ore a Milano: l’ex amante trasforma un incontro in un incubo

Una donna di 46 anni a Milano è stata sequestrata e violentata per oltre dodici ore dall’ex amante, un rider di 32 anni, arrestato dai carabinieri dopo averla tenuta prigioniera in casa sua.

Sequestrata e violentata per 12 ore a Milano: l’ex amante trasforma un incontro in un incubo

Una donna di 46 anni, residente in zona Porta Romana a Milano, ha vissuto un’esperienza estremamente difficile durata oltre dodici ore, durante le quali è stata trattenuta contro la propria volontà da un uomo con cui aveva avuto una relazione in passato. L’uomo, un italiano di 32 anni identificato come A. R. L., è stato arrestato dai carabinieri con diverse accuse ed è attualmente detenuto nel carcere di San Vittore, in attesa dell’udienza di convalida.

La vicenda, riportata dal Corriere della Sera, evidenzia quanto possa degenerare una relazione conclusa, quando una delle parti non accetta la fine del legame. I fatti hanno avuto inizio nella tarda serata di domenica 13 luglio, quando la donna ha acconsentito a un ultimo incontro affinché l’ex potesse recuperare alcuni oggetti personali. La relazione tra i due, durata circa sette mesi, era terminata per volontà della donna a causa di comportamenti sempre più difficili da gestire. In più occasioni le forze dell’ordine erano già intervenute, e per tutelarsi, la 46enne aveva deciso di interrompere ogni contatto, bloccando anche il numero di telefono dell’ex compagno.

Tuttavia, nella giornata di domenica, la donna ha iniziato a ricevere insistentemente chiamate da un numero sconosciuto, fino a quando l’uomo si è presentato sotto casa sua. Una volta fatto entrare, ha preso il controllo della situazione: ha requisito il cellulare e le chiavi dell’appartamento, utilizzando anche un cacciavite per intimidirla e ottenere l’accesso al telefono.

Dopo aver visionato il contenuto dello smartphone, ha contattato il fidanzato della donna raccontandogli la relazione passata, poi ha impedito fisicamente che lei potesse lasciare l’abitazione, posizionando ostacoli alla porta. La situazione è proseguita per tutta la notte, fino al primo pomeriggio del giorno seguente. Intorno alle 13, la donna è riuscita a chiedere aiuto contattando il 112. I carabinieri del Radiomobile sono arrivati sul posto e, nonostante un tentativo di resistenza da parte dell’uomo, sono riusciti a entrare grazie alla collaborazione della donna.

Al momento del loro arrivo, l’uomo era in evidente stato di alterazione e stava dormendo. La donna è stata accompagnata alla clinica Mangiagalli per gli accertamenti sanitari e ha formalizzato la denuncia, riportando quanto accaduto e manifestando il timore che la situazione potesse peggiorare ulteriormente. Il suo gesto di chiedere aiuto, in un contesto tanto complesso, rappresenta un atto fondamentale per interrompere un circolo pericoloso e fare emergere una condizione di forte disagio. Questo episodio ricorda quanto sia importante riconoscere e dare ascolto ai segnali di squilibrio in una relazione e intervenire tempestivamente. È essenziale che chi si trova in situazioni difficili venga sostenuto da una rete di protezione efficace, composta da istituzioni, servizi dedicati e comunità consapevoli, per garantire tutela, ascolto e percorsi di uscita.

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