San Fermo (Como) disgrazia in farmacia: 65enne muore d’infarto, il defibrillatore più vicino era inutilizzabile

L’uomo aveva iniziato ad accusare forti fitte al braccio e al petto già dalla sera precedente, sintomi preoccupanti che lo avevano spinto a recarsi in farmacia per sottoporsi a un elettrocardiogramma.

San Fermo (Como) disgrazia in farmacia: 65enne muore d’infarto, il defibrillatore più vicino era inutilizzabile

Un bruttissimo episodio si è consumato a San Fermo della battaglia, in provincia di Como, dove Francesco Ceramella, un uomo di 65 anni, ha perso la vita dopo essere stato colpito da un infarto all’interno della farmacia San Michele. Il fatto è avvenuto nella mattinata di mercoledì, mentre il signor Ceramella si era recato nel presidio sanitario accompagnato dalla moglie, lamentando fitte al petto e al braccio che si erano manifestati già la sera precedente. Secondo la ricostruzione fornita dal titolare della farmacia, il dottor Vittorio Belluso, Ceramella si era presentato per eseguire un elettrocardiogramma, un servizio disponibile presso l’esercizio. «Ero io a fargli l’esame», ha raccontato Belluso al quotidiano La Provincia di Como. «Stavamo persino scherzando, lo conoscevo da una vita. Poi, in tempo reale, è arrivato il referto: era in corso un infarto.

Serviva un intervento immediato, era fondamentale portarlo d’urgenza al Pronto soccorso o contattare subito il 118. Ma proprio in quegli istanti, è crollato a terra». Il farmacista ha immediatamente iniziato a praticare il massaggio cardiaco, mentre un’assistente si è precipitata verso la vicina piazza per recuperare il defibrillatore pubblico. Tuttavia, una volta giunta sul posto, la disgrazia scoperta: il dispositivo era scarico e quindi inutilizzabile.

Nel frattempo, la chiamata al numero di emergenza 112 era già stata effettuata, ma l’ambulanza inviata da Fino Mornasco è riuscita ad arrivare solo dopo 19 lunghissimi minuti, percorrendo la provinciale Garibaldina. «Hanno preferito evitare via Ravona, dove ci sono dei dossi», ha precisato ancora il dottor Belluso. Nonostante il lungo e ininterrotto tentativo di rianimazione, sia da parte del personale presente nella farmacia sia dei soccorritori arrivati in seguito, per Francesco Ceramella non c’è stato nulla da fare.

Le polemiche: “Non si puo’ perdere la vita così”

La disgrazia ha scatenato un’ondata di indignazione nella comunità locale e ha acceso un vivace dibattito sulla gestione dei dispositivi salvavita e sull’efficienza del sistema di soccorso. «La vita si gioca in pochi secondi ha commentato Belluso. Non è accettabile che un defibrillatore non funzioni. Né che un’ambulanza debba fare un giro più lungo per evitare i rallentatori».

Al centro della polemica, proprio il defibrillatore pubblico, installato nell’aprile del 2021 in una piazza a pochi metri dalla farmacia, ma mai registrato nella mappa DAE dell’Areu (Azienda Regionale Emergenza Urgenza). Secondo quanto riferito dal sindaco di San Fermo della battaglia, Pierluigi Mascetti, l’apparecchio non era stato preso in carico da nessuna ditta di manutenzione, poiché si trattava di un prodotto d’importazione che nessuna azienda era in grado o disposta a gestire. «Avevamo acquistato un nuovo defibrillatore per sostituirlo ha spiegato Mascetti ma alla fine lo abbiamo installato al campo sportivo, dove quello precedente risultava danneggiato. Attualmente, nella zona è operativo un altro dispositivo, in ordine di funzionamento».

Una comunità scossa

Il vicenda ha scosso profondamente San Fermo della battaglia, dove Francesco Ceramella era molto conosciuto e stimato. La vicenda solleva interrogativi cruciali sul coordinamento tra enti locali, manutenzione dei dispositivi salvavita e tempi di intervento dell’emergenza sanitaria. Mentre la famiglia piange la perdita improvvisa e inaspettata di un marito e padre, resta il rammarico per un decesso forse evitabile, se solo ogni elemento del sistema avesse funzionato come avrebbe dovuto.

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