L’episodio increscioso di Napoli, nel quale, come documentato da un video, diversi immigrati hanno circondato i militari italiani, che avevano appena effettuato un fermo, non ha lasciato indifferente Don Luigi Larizza, parroco di Taranto, noto per le sue campagne anti-migranti.
Infatti il prelato pugliese, con un post sulla sua pagina Facebook ha invocato addirittura l’uso delle armi quale legittima difesa in casi simili a quello accaduto in Via Firenze a Napoli. “Ecco la civiltà da cui abbiamo tanto da imparare. In un caso come questo, per legittima difesa della Nazione, io autorizzerei i militari a sparare”, queste le parole del sacerdote che ritiene l’uso della forza la soluzione:“Nel giro di pochi secondi queste violenze contro le forze dell’ordine finirebbero subito, con maggiore tranquillità di tutti”.
Il post di Don Luigi ovviamente ha imbarazzato l’arcivescovo della città ionica Filippo Santoro, che ha ricordato che più volte il prelato è stato richiamato ad utilizzare toni più morbidi per evitare tensioni con la comunità islamica tarantina.
Il parroco della chiesa del Sacro Cuore di Taranto, non è nuovo a queste dure prese di posizioni nei confronti del fenomeno dell’immigrazione. Solo qualche mese fa aveva fatto i conti sui soldi stanziati per l’accoglienza dei migranti in un post sulla sua pagina Facebook nel quale faceva notare che il governo stanzia 2 miliardi di Euro per i circa 4 milioni di poveri italiani, mentre ne stanzia il doppio per i 300.000 immigrati, con aggravio delle tasse per gli italiani e affari d’oro per i vari albergatori.
Proprio l’accoglienza dei profughi lo scorso anno fu l’argomento di un acceso dibattito tra il prelato e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, il tutto ripreso da una TV locale. In quell’occasione l’oggetto era il diverso trattamento del primo cittadino tra i migranti e alcuni sfollati tarantini, costretti a dormire in un androne in seguito al crollo di un solaio. I due, che furono paragonati ai famosi Don Camillo e Peppone di Giovannino Guareschi, arrivarono a invitare l’altro a lasciare il proprio incarico. “Si tolga il colletto bianco” tuono il sindaco, “E lei si dimetta da sindaco”, rispose il sacerdote.